La recensione più positiva
4,0 su 5 stelleRecensione a cura di @Laetrailibri
Recensito in Italia 🇮🇹 il 3 aprile 2023
1919. Le acque nere e minacciose del fiume sommergono la cittadina di Perdido, Alabama. Come gli altri abitanti, i ricchissimi Caskey, proprietari di boschi e segherie, devono fronteggiare il disastro provocato dalla furia degli elementi.
Ma il clan, capeggiato dalla potente matriarca Mary-Love e dal figlio devoto Oscar, dovrà anche fare i conti con un’apparizione sconvolgente.
Dalle viscere della città sommersa compare Elinor, donna dai capelli di rame con un passato misterioso e un oscuro disegno: insinuarsi nel cuore dei Caskey
“Blackwater, La piena” è una piacevole lettura dalle molte tematiche, alcune velate altre esplicite. All’interno di questo primo volume, dalle solide basi per un approccio iniziale dell’intera serie, abbiamo una visione di una Perdido con una società rappresentazione dell’epoca: dal servizio dei neri nelle grandi famiglie bianche, al lavoro minorile svolto nelle più grandi imprese del paese.
Proprio come una lente, l’autore rende ambienti e scene vivide nelle descrizioni, a volte crude, altre violente, altre ancora prolisse e poco consone. Molti sono i punti di vista che tenderanno a meglio scandire tra di loro le misteriose vicende non solo di tale cittadina, quanto della più grande famiglia protagonista. Mistero e tensione verranno infatti inseriti al momento giusto con il personaggio giusto, creando un equilibrio sempre adeguato alla circostanza.
La presunta componente “horror” tenderei a non indicarla come tale. “La piena” può infatti essere letto in modo veramente tranquillo anche da chi proprio come me, non è amante del genere horror e mistery; Teniamo infatti sempre a mente che “Blackwater” risulta prima di tutto una saga familiare in cui il lettore imparerà a conoscere nel corso di tutti e sei volumi i componenti di questa notoria famiglia di Perdido.
Se dovessi però scegliere tra personaggi principali e secondari opterei sicuramente per i secondi per mia predisposizione. Ogni personaggio, si presenta agli inizi con il suo carattere, il suo ruolo ed il suo posto; Questo infatti nel corso di tutto l’arco narrativo non verrà mai a meno. Certo, devo essere onesta, più volte ho proprio avuto l’idea come in particolare gli uomini di tale famiglia fossero appositamente marcati nelle azioni e pensieri come asini, rendendoli a mio parere non solo poco caratterizzati ma addirittura sempliciotti nei modi e nelle scelte.
Mary-Love, a tal proposito, la grande protagonista di cui in molte recensioni ho sentito parlare, mi ha totalmente deluso. Mi aspettavo un personaggio diverso e con più carattere, invece l’ho trovata di poco spicco, antipatica e lamentosa.
Il linguaggio è semplice e scorrevole tanto da reputare in fin dei conti “Blackwater, La piena” una lettura veramente piacevole e di compagnia da cui poter prendere molti spunti a riguardo delle varie tematiche di fine ottocento che più volte risultano prendere il ruolo principale.
Prima su tutti in quanto facilmente evidente è sembra ombra di dubbio: il ruolo della donna, fiera, potere ma soprattutto presente come ruolo attivo, nelle vicissitudini dell’epoca. Cosa che in realtà a fine lettura non ho particolarmente gradito, ma perché? Perdido eretta sulla forza delle donne sembra essere tale solo per la rappresentazione maschile: ingenua, senza attributi e con poco cervello. Avrei sicuramente preferito la rivalsa delle donne in una maniera più reale, senza aggiungere in maniera velata come le donne possono essere potenti solo se circondate da uomini incapaci.
“La piena” è perciò un mix velato di “horror” e paranormale a fare da sfondo ad una cittadina colma di rivalsa e manipolazione. “Blackwater” è senza ombra di dubbio in conclusione un vortice capace di trascinare il lettore nei più profondi abissi della lettura.
“Chi era Elionor Caskey? E da dove era venuta?”