La recensione più positiva
4,0 su 5 stelleNon c’è nessun bicchiere. Non c’è niente!!
Recensito in Italia il 14 febbraio 2022
“Voce buffa”, “curare le ferite ridendo”, “mi ha fatto ridere ad alta voce”, “leggere questo romanzo è una festa”, “disastri famigliari in commedia”, “falsare allegramente la tua identità”, “allora il comico è una precisa scelta letteraria”. Einaudi presenta così l’ultimo romanzo di Veronica Raimo. Ho pensato: finalmente un altro Stefano Benni, sono rinati Pelham Wodehouse e Tom Sharpe. Aristofane e Plauto di nuovo tra di noi? Niente di tutto questo, è incomprensibile perché Einaudi ha deciso di presentare questo romanzo di formazione come una commedia spassosa. C’è dell’ironia, ma il romanzo racconta la storia tragica di una famiglia e la voce narrante, quello della protagonista, descrive una madre ipocondriaca e mistica, un padre violento e ossessionato da finte pareti e dalle fobie per lo sporco. Un fratello saputello, genio e impegnato in politica. C’è poco per divertirsi, si ragiona piuttosto sulla famiglia, sulle famiglie che sopravvivono per caso, che trasmettono le psicopatie dei genitori ai figli/e. “Nella mia vita non vedo mai il bicchiere mezzo pieno. Nemmeno mezzo vuoto. Lo vedo sempre sul punto di rovesciarsi. Oppure non lo vedo proprio. Non c’è nessun bicchiere. Non c’è niente.” Lo sguardo sulla società, sulla famiglia, sull’amore, sul sesso, sul lavoro è uno sguardo impacciato, vuoto, senza alcuna prospettiva. Ha ragione, Veronica Raimo, è tutto vero. E non c’è alcun motivo per ridere.