La recensione più positiva
4,0 su 5 stellese fosse stato un film
Recensito in Italia 🇮🇹 il 7 dicembre 2016
mia nonna, all'uscita dal cinema, avrebbe esclamato: quanto mi sono divertita! I pianti! :-D
Eh sì, De Giovanni è un maestro nel sollecitare le corde "basse" dell'anima. Molto commovente in alcuni passaggi, di quella commozione che dura lo spazio della contrazione dello stomaco però. Un po' come quando, sollecitati a fare offerte da spot televisivi, ci emozioniamo, vibriamo davanti a quel visetto nero, pieno di lacrime, poggiato su un torace su cui si contano le costole, e ce ne dimentichiamo appena inizia lo spot successivo, che magari parla di lusso automobilistico.
Emozioni a perdere, insomma. Anche perché la filosofia a supporto dell'emotività che produce, non è delle più "evolute". È mediterranea, calda, evanescente.
Fine delle critiche. Anzi no, ce n'è un'altra, che ho riportato anche sulla recensione dell'ultimo sui bastardi di pizzofalcone, ma la scriverò dopo.
Di che parla il libro: di un amore antico, un amore che fa superare la paura di un salto nel buio, dentro un oceano che non si conosce. Che fa affrontare la nuova vita in un mondo nuovo, tenendo nel cuore però quell'amore antico nell'antica terra.
Di un altro amore antico, che fa covare un odio profondo e che toglie senso e lucidità a chi lo prova.
Di un amore perpetuo, nonostante l'oggetto di quell'amore sia... e no, qua non posso dire altro, perché è l'unica cosa che non si intuisce già nelle prime pagine (anche perché De Giovanni non dà elementi per intuirlo...).
Il campione del mondo dei medio massimi di boxe, italiano trapiantato in America, dopo un match in cui accade un fatto che lo sconvolge, decide di chiudere con la carriera e di tornare (che comunque era il suo obiettivo fin dal momento in cui lo ha lasciato) nel suo Paese. Torna dalla donna che ha sempre amato e che sa che amerà per sempre.
La trova sposata con un ricco commerciante che ha rilevato, insieme al fratello di lei, il negozio di tessuti di suo suocero, infestato dai debiti che, il ricco commerciante, con la sua abilità e soprattutto mancanza di scrupoli riporterà agli antichi splendori.
Il boxeur incontra la coppia a teatro e gliene dice di tutti i colori (al marito, minacciandolo di morte).
Che sfortuna, il commerciante lo trovano morto in un vicolo la mattina dopo. Segno distintivo dell'omicida, un colpo sulla tempia di cui il famoso boxeur, corteggiato dal regime che vede con grande disappunto il suo abbandono, è rinomato.
Il resto leggetevelo (lacrime ed esercizio di stile: se vi piacciono, non vi perdete questo libro).
L'ultima critica: De Giovanni mostra poca creatività. Continua a tenere sospese decine di questioni, come se temesse che l'attenzione verso i suoi personaggi potesse calare qualora Ricciardi decidesse di scegliere una delle decine di donne che di punto in bianco gli stanno intorno, o Lojacono (dei Bastardi) si facesse monaco. No, caro De Giovanni, scordatelo: ti leggeremmo comunque. Perché scrivi in modo magistrale. Perché le storie sono carine. Perché i personaggi ci farebbero simpatia anche se si sposassero o diventasseo gay o abbracciassero l'ascetismo eterno. Lo dimostra Maione, un punto fermo e rassicurante di questa serie. Perché è un affaccio verso sentimenti emozionali certo, ma anche profondi, duraturi, rigorosi.
E poi nel caso di Ricciardi ci sono i morti che parlano (si avvicina Natale: il 47 è il numero più famoso della tombola). I morti sono ogni volta nuovi, e questo dovrebbe rassicurare l'autore che l'attenzione non verrebbe meno.
Tra l'altro la psicologia di queste donne è troppo simile. Pur nella grande differenza culturale, di estrazione sociale, e anche di atteggiamento esteriore, le tre donne di Ricciardi sono tutte eccezionalmente intelligenti, corrette (a parte lo scivolone di Livia), devote. Troppo per un uomo che non gli dà spago. Sì, capisco che lo scrittore è maschio e certi sogni sono una tentazione fortissima, ma...
Bambinella è meravigliosa. Meravigliosa. Come lo è un'altra donna (marginale nella storia) di questo libro. Non posso anticipare altro...
Ma le lacrime... le lacrime si sono sprecate :-D (davvero)
Uh! Mi piace un sacco Falco: la faccia oscura di Ricciardi. Stesso rigore professionale, stessa capacità passionale, diversa etica. Diversa comprensione delle debolezze umane. Ma è un uomo forte, che spero prima o poi si riscatti. Lo so, contesto i sentimenti "facili" e poi voglio le storie a lieto fine :-D