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2.920 valutazioni globali
5 stelle
42%
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Borgo Sud (Supercoralli)

Borgo Sud (Supercoralli)

daDonatella Di Pietrantonio
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La recensione più positiva

Tutte recensioni positive›
antonella
4,0 su 5 stelleBuono
Recensito in Italia 🇮🇹 il 4 marzo 2023
Molto bello
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La recensione più critica

Tutte recensioni critiche›
Daniela
3,0 su 5 stelleL’ origine del cuore
Recensito in Italia 🇮🇹 il 2 dicembre 2020
Due sorelle e la loro storia, microcosmo di affinità e lontananza, fisica e caratteriale, condivisione affettiva in un paese, Borgo Sud, arroccato sulle colline, terra forte e gentile, immerse nella durezza del dialetto abruzzese.
Un legame di sangue spezzato da una diversità acclarata, vite devianti e caratteri opposti, visioni estreme, la stessa difficoltà d’ amare.
Adriana è vivace, pericolosa, imprudente, girovaga, da sempre la sorella ha avuto paura di lei provando un forte disagio nel cuore del loro legame di parentela, una giovane donna che sa come ricondurla all’ origine.
La protagonista ha contrabbandato una falsa normalità, due orfane simboliche di genitori indifferenti e in parte sconosciuti, abbandonate al mondo, a loro stesse, semplicemente sorelle, e ciascuna ... “ restava nella certezza dell’altra al fondo del dolore che non si sono mai confessate”....
Il viaggio temporale di questa insegnante universitaria emigrata in Francia riabbraccia nel presente e nel ritorno al borgo natio momenti di vita vissuta, un precoce legame matrimoniale ( con Piero ) precocemente spezzato da plurimi tradimenti a lungo negati, una madre imprevedibile come il suo affetto, un padre egoista e ottuso a cui tutto è dovuto, e Adriana, incontenibile nell’ esercizio della sua libertà, anche se la memoria può giocare brutti scherzi.
Il ritorno, richiamata da un evento tragico e indecifrabile, riabbraccia il sospeso lasciando il costruito, la propria carriera, quel mondo a parte costituito da un libro aperto sulle poesie che ama, un seminario da preparare, un ordine stabilito e tornando a Borgo Sud riemerge una vita che sembra più vera, scandalosa, pulsante tra chiacchere che volano di bocca in bocca.
Sopravvive un legame dicotomico, d’altronde Adriana è sempre stata così, una che cambia umore da un momento all’ altro mentre Il pensiero va all’ex marito, all’ impossibilità’ di vivere un futuro diverso dal suo, forse neanche oggi, uno stato ... “ di inquietudine che tollera la distanza voluta “... Questo è il suo segreto, la sua devozione, l’ essere stata fedele a un uomo che non avrebbe mai potuto amarla.
Quanta memoria rivive, quel giorno in cui Adriana si affacciò con un figlio sulla porta di casa, frutto di un legame turbolento con un uomo violento, alcolizzato, senza presente e futuro.
Quante situazioni, pensieri, luoghi, a cominciare da una madre che si è ritirata piano piano nell’ indifferenza terminale, morta di cancro ma di molto altro, sopraffatta dalla vita, dalla sua inutilità, con i figli distanti.
Il ricordo ...” è una forma di recriminazione, è il perdono che non trovo “...
Le due sorelle sono e saranno sempre due scappate di casa, figlie di nessuna madre, ognuna con la certezza dell’altra al fondo di quel dolore che non si sono mai confessate, nel presente sopravvive una maledizione da cancellare, retaggio di un passato vergognoso e c’è un figlio, Vincenzo, cresciuto tra i cocci di un matrimonio confessato tardivamente e che ne porta gli esiti dentro.
Rimane un legame forte indifferente a se’ stesso, una preghiera per il futuro, un’ aria stanca dopo il pericolo scongiurato, il desiderio e la consapevolezza di un lento ritorno alla propria vita.
E allora ...” so cosa chiedere, non a chi. È limpido e deserto il cielo di novembre. Solo le leggi eterne che governano il moto delle stelle e i cicli delle stagioni sulla terra porteranno la fortuna per Vincenzo, forse un po’ di pace a mia sorella. È questa l’ unica preghiera “...
Un romanzo che riversa una certa asciuttezza e scava nell’origine abbandonata di un passato tuttora pulsante, una scrittura vivida rivolta alla propria terra, una storia al femminile che declina in una riflessione psico-relazionale sul senso del proprio cammino.
Certi legami sopravvivono, altri si spezzano nell’indifferenza o nella necessità dolorosa della quotidianità e di un futuro diversi.
L’ incedere del racconto abbraccia sensazioni di una vita intera, gioie, dolori, la struggente bellezza e la turbolenza di un rapporto diverso e complementare nella tragicommedia affettiva del proprio lascito famigliare.
Il dolore è un sentimento difficile da affrontare, a tratti traspare e si sente, la fragilità anche, ma l’insieme non genera un’ armoniosa presenza, con l’ impressione di un percorso balbettante e stereotipato tra intervalli di buona letteratura.
Il seguito de “ L’ arminuta “ ( 2017 ) non sembra possederne impatto e forza, ma un’ immagine piuttosto sbiadita di se’.
Alla fine, piuttosto malinconicamente, emergono l’ accettazione di un reale acclarato, la speranza e la consapevolezza di un futuro possibile, una preghiera poco consolatoria, prima di riprendere il cammino quotidiano, con un certo distacco, senza fretta, in luoghi che sembrano mancare....
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498 valutazioni totali, 17 con recensioni

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Da Italia

Daniela
3,0 su 5 stelle L’ origine del cuore
Recensito in Italia 🇮🇹 il 2 dicembre 2020
Acquisto verificato
Due sorelle e la loro storia, microcosmo di affinità e lontananza, fisica e caratteriale, condivisione affettiva in un paese, Borgo Sud, arroccato sulle colline, terra forte e gentile, immerse nella durezza del dialetto abruzzese.
Un legame di sangue spezzato da una diversità acclarata, vite devianti e caratteri opposti, visioni estreme, la stessa difficoltà d’ amare.
Adriana è vivace, pericolosa, imprudente, girovaga, da sempre la sorella ha avuto paura di lei provando un forte disagio nel cuore del loro legame di parentela, una giovane donna che sa come ricondurla all’ origine.
La protagonista ha contrabbandato una falsa normalità, due orfane simboliche di genitori indifferenti e in parte sconosciuti, abbandonate al mondo, a loro stesse, semplicemente sorelle, e ciascuna ... “ restava nella certezza dell’altra al fondo del dolore che non si sono mai confessate”....
Il viaggio temporale di questa insegnante universitaria emigrata in Francia riabbraccia nel presente e nel ritorno al borgo natio momenti di vita vissuta, un precoce legame matrimoniale ( con Piero ) precocemente spezzato da plurimi tradimenti a lungo negati, una madre imprevedibile come il suo affetto, un padre egoista e ottuso a cui tutto è dovuto, e Adriana, incontenibile nell’ esercizio della sua libertà, anche se la memoria può giocare brutti scherzi.
Il ritorno, richiamata da un evento tragico e indecifrabile, riabbraccia il sospeso lasciando il costruito, la propria carriera, quel mondo a parte costituito da un libro aperto sulle poesie che ama, un seminario da preparare, un ordine stabilito e tornando a Borgo Sud riemerge una vita che sembra più vera, scandalosa, pulsante tra chiacchere che volano di bocca in bocca.
Sopravvive un legame dicotomico, d’altronde Adriana è sempre stata così, una che cambia umore da un momento all’ altro mentre Il pensiero va all’ex marito, all’ impossibilità’ di vivere un futuro diverso dal suo, forse neanche oggi, uno stato ... “ di inquietudine che tollera la distanza voluta “... Questo è il suo segreto, la sua devozione, l’ essere stata fedele a un uomo che non avrebbe mai potuto amarla.
Quanta memoria rivive, quel giorno in cui Adriana si affacciò con un figlio sulla porta di casa, frutto di un legame turbolento con un uomo violento, alcolizzato, senza presente e futuro.
Quante situazioni, pensieri, luoghi, a cominciare da una madre che si è ritirata piano piano nell’ indifferenza terminale, morta di cancro ma di molto altro, sopraffatta dalla vita, dalla sua inutilità, con i figli distanti.
Il ricordo ...” è una forma di recriminazione, è il perdono che non trovo “...
Le due sorelle sono e saranno sempre due scappate di casa, figlie di nessuna madre, ognuna con la certezza dell’altra al fondo di quel dolore che non si sono mai confessate, nel presente sopravvive una maledizione da cancellare, retaggio di un passato vergognoso e c’è un figlio, Vincenzo, cresciuto tra i cocci di un matrimonio confessato tardivamente e che ne porta gli esiti dentro.
Rimane un legame forte indifferente a se’ stesso, una preghiera per il futuro, un’ aria stanca dopo il pericolo scongiurato, il desiderio e la consapevolezza di un lento ritorno alla propria vita.
E allora ...” so cosa chiedere, non a chi. È limpido e deserto il cielo di novembre. Solo le leggi eterne che governano il moto delle stelle e i cicli delle stagioni sulla terra porteranno la fortuna per Vincenzo, forse un po’ di pace a mia sorella. È questa l’ unica preghiera “...
Un romanzo che riversa una certa asciuttezza e scava nell’origine abbandonata di un passato tuttora pulsante, una scrittura vivida rivolta alla propria terra, una storia al femminile che declina in una riflessione psico-relazionale sul senso del proprio cammino.
Certi legami sopravvivono, altri si spezzano nell’indifferenza o nella necessità dolorosa della quotidianità e di un futuro diversi.
L’ incedere del racconto abbraccia sensazioni di una vita intera, gioie, dolori, la struggente bellezza e la turbolenza di un rapporto diverso e complementare nella tragicommedia affettiva del proprio lascito famigliare.
Il dolore è un sentimento difficile da affrontare, a tratti traspare e si sente, la fragilità anche, ma l’insieme non genera un’ armoniosa presenza, con l’ impressione di un percorso balbettante e stereotipato tra intervalli di buona letteratura.
Il seguito de “ L’ arminuta “ ( 2017 ) non sembra possederne impatto e forza, ma un’ immagine piuttosto sbiadita di se’.
Alla fine, piuttosto malinconicamente, emergono l’ accettazione di un reale acclarato, la speranza e la consapevolezza di un futuro possibile, una preghiera poco consolatoria, prima di riprendere il cammino quotidiano, con un certo distacco, senza fretta, in luoghi che sembrano mancare....
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Paola Farneti
3,0 su 5 stelle Precarietà e solidità degli affetti
Recensito in Italia 🇮🇹 il 8 giugno 2021
Acquisto verificato
Borgo Sud
Condivido l’accurata analisi che altri hanno fatto sia dei personaggi sia dei luoghi, mettendo in luce molti aspetti interessanti sui rapporti familiari. I vari commenti, alcuni positivi che lo considerano degno di vincere lo Strega, altri, come me, meno entusiasti, sono una prova di come la teoria della relatività sia applicabile alla letteratura: gli stessi eventi, contenuti nella narrazione, suscitano punti di vista diversi, percezioni soggettive che riflettono le differenze di giudizio (meno male) di noi sapiens. Personalmente ho trovato il libro gradevole, di facile lettura, anche se avrei dei dubbi nel definirlo un capolavoro. Si tratta di temi (forse troppi, alcuni liquidati troppo in fretta) molto spesso affrontati nei classici della letteratura: la precarietà degli affetti, la crisi della famiglia, le separazioni, la ricerca di identità, e, infine direi la violenza sulle donne incapaci di difendere sé stesse. I diversi percorsi di vita delle due sorelle, l’una capace di studiare e di costruire il suo futuro intellettuale e lavorativo (ed anche quello emotivo, fino a un certo punto), e l’altra ribelle e impulsiva, in fuga dalla famiglia in cerca di una libertà che non le darà la sperata felicità, si incrociano proprio in occasione dei reciproci fallimenti, una sorta di tardiva riconciliazione che fa emergere, da una parte, il ruolo materno della protagonista (Arminuta-io narrante), dall’altra anche le reciproche fragilità, delusioni e angosce che accomunano, in modi diversi, le due esistenze. Forse non c’è un lieto fine, anche se l’incontro e le esperienze condivise fra le due sorelle rappresentano un momento fecondo, legato a una più consapevole conoscenza di sé stesse e degli altri e di una più pacata accettazione delle proprie differenze e delle proprie solitudini. Succede infine ciò che capita spesso proprio nel corso delle nostre esistenze, quando si diventa più maturi e provati dalle circostanze della vita: nasce allora una presa di coscienza che ci fa considerare il passato non solo in modo negativo, dove le figure genitoriali sono rivisitate con più tolleranza e comprensione (anche dei loro errori) ed anche i luoghi arrivano ad evocare nostalgici ricordi. E forse, è proprio in occasione della sofferenza e della morte della madre che viene riscoperta, sia pur tardivamente, la forza dei legami familiari, e in particolare una sorta di tacita vicinanza affettiva della protagonista verso la figura materna (ed anche verso il padre smarrito) pur nella certezza di non aver ricevuto da lei quelle cure e quella protezione che fanno sentire i figli stimati e, soprattutto amati.
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Alessio
3,0 su 5 stelle Borgo Sud
Recensito in Italia 🇮🇹 il 31 marzo 2022
Acquisto verificato
Borgo Sud l'ho comprato e l'ho letto, ma giuro non mi è piaciuto tantissimo. Bello tutto, i personaggi, la descrizione, la storia anche, pure se linearissima e un po' coi clichè da drammatico italiano con il marito che si scopre frì-frì all'improvviso dopo duemilamille anni di matrimonio felice e passionale.
Però quello che non mi prende è proprio il Borgo Sud e Pescara che io ci so stato, sono di là, e no, non è così. Qui sembra più una roba tipo Terracina. Ma perchè? Comunque va bene. Il romanzo precedente era meglio, ma è una cosa mia personale, questo il fatto che ha compromesso il mio giudizio qui è che Pescara non è Pescara. Ma allora, se Pescara non è Pescara, ma tipo Alba Adriatica o San Benedetto del Tronto, ma dico io, ma ambientalo lì a San Benedetto del Tronto, è figo uguale no? No, invece così ti ritrovi a dire perché? E non c'è risposta, ma secondo me sotto sotto la colpa è di Einaudi che la collana dello struzzo che non ha paura a mettere la testa fuori dalla terra si basa su un errore di fondo: gli struzzi non hanno mai nascosto la testa sotto terra, è solo un falso mito di progresso. Ecco, l'ho detto.
Brava Amazon a recapitare questo libro in tempo veloce velocissimo.
Bravi tutti.
Brava Einaudi.
Fine.
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carlo minnaja
3,0 su 5 stelle famiglie unite, anzi no
Recensito in Italia 🇮🇹 il 12 dicembre 2021
Acquisto verificato
Avvince una certa disinvoltura nel racconto di due famiglie in un quartiere di Pescara, dove gli affetti sono sicuramente profondi, ma messi in crisi ora da una morte, ora da alcuni incontri furtivi, ora da un avvenimento la cui causa è tutta da scoprire; si percepisce in questo o quel personaggio un certo tedio della vita, che mostra sentimenti ormai appassiti, ma che ancora reggono, mantenuti da ricordi; una donna entra impetuosa nella vita della sorella, gli amori si sfilacciano, resta solidissimo quello materno, ma è l'unico. Il mescolarsi, nella narrazione, di dialoghi e fatti riferentisi a personaggi diversi rende non sempre immediato l'individuare il punto di riferimento.
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giovanna
3,0 su 5 stelle Un po’ delusa
Recensito in Italia 🇮🇹 il 25 novembre 2021
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Ho scelto questo libro subito dopo essere uscita dal cinema ed avere visto il film che è stato tratto dal primo libro, l’Arminuta. Forse sarà stata la potenza del grande schermo o l’interpretazione meravigliosa della bimba che faceva Adriana ma sono uscita dal cinema commossa ed entusiasta. Non so come sia il libro, anche se chi lo ha letto ne dice un gran bene. Dunque forse mi aspettavo troppo, ma questo seconda parte della storia non ha la potenza della prima; è come se si trascinasse stancamente verso una conclusione, senza spunti originali o accattivanti. Direi NI!
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Poi dicono che uno...
3,0 su 5 stelle Raccontare il dolore
Recensito in Italia 🇮🇹 il 24 novembre 2020
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Borgo Sud (2020) è la continuazione dello stupendo L'Arminuta (2017). Purtroppo è deludente, lontanissimo dai sentimenti e dalle capacità narrative del precedente. I personaggi sono gli stessi, Adriana, la sorella scapestrata e l’altra, quella studiosa e razionale. Adesso sono grandi, la prima con un figlio e la seconda separata dal marito. Raccontare il dolore è un’impresa quasi impossibile, il dolore lo conosciamo tutti, è uno dei “prodotti” umani più comuni, si trova ovunque. Per questo è così difficile raccontarlo senza scadere nel banale, nel melodrammatico, nel già detto, nella ripetitiva quotidianità. Donatella Di Pietrantonio esagera: un marito che si scopre omosessuale, un suicidio o un tentato suicidio. L’autrice accumula disgrazie, dolori, morti, tradimenti, fallimenti, malattie. Lo fa con una precisione scellerata, trasformando la storia delle sorelle, in una specie di telenovela brasiliana. Dispiace.
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Bla Bla
3,0 su 5 stelle Bello
Recensito in Italia 🇮🇹 il 10 giugno 2021
Acquisto verificato
Sto per finire e devi dire che ha sviluppato di più solo un personaggio, pensavo che sarebbe stato come l'arminauta ma nonostante troviamo li stessi personaggi la lettura risulta un po' confusa. Si poteva capire quando a scrivere era la diretta voce di una 13enne ma in un'adulta risulta forzato. Può essere che avendo letto il precendente libro mi aspettassi qualcosa di diverso, ma lo trovo interessante in alcuni punti. E ho notato che mira molto alla frase d'effetto. Ma lo consiglio lo stesso.
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Cliente Amazon
3,0 su 5 stelle Carino
Recensito in Italia 🇮🇹 il 23 agosto 2021
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Carino, un po troppo corto. Una storia che si trova anche nelle ns vite. Chi nn ha avuto traumi da piccoli? E da grandi? Diciamo che ho letto anche di meglio
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Cinzia
3,0 su 5 stelle Carino
Recensito in Italia 🇮🇹 il 25 giugno 2021
Acquisto verificato
Meno introspettivo e coinvolgente dell’arminuta. Molto meno appassionato di mia madre è un fiume. Storie di luoghi intrecciate con vite di donne e madri il motivo di fondo immutato.
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ROSA
3,0 su 5 stelle Delusa
Recensito in Italia 🇮🇹 il 20 marzo 2021
Acquisto verificato
Niente a che vedere con l’Arminuta!! Alcune vicende molto improbabili e lontane dalle aspettative createsi con la lettura dell’ arminuta.
Adriana irriconoscibile!
La curiosità del seguito purtroppo non è stata ripagata dalle aspettative forse troppo alte
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