La recensione più critica
3,0 su 5 stelleRomanzo o film per la TV?
Recensito in Italia 🇮🇹 il 11 giugno 2020
Spesso di fronte alla produzione di un autore insignito del premio Nobel, si resta, o si può restare, perplessi. Questione di gusti. Questo lavoro di Handke, cade per voler essere un non romanzo - mentre poi lo diventa chiudendosi come un comune dramma familiare - Non presenta sostanzali novità di scrittura, nè di andamento, finisce con l'essere una giustapposizione di argomentazioni nostalgico-romanticheggianti, condite, qua e là da spunti retorico-polemici, accostate a improvvise visioni di carattere cinematografico che irrompono nel tessuto della narrazione in modo onirico-schizoide. Bozzetti che sono altrettante pennellate, più o meno arbitrarie, in un tessuto narrattivo stutturalmente povero e prevedibile. Difficile trasportare fellinianamente o, più propriamente alla maniera di Wenders, l'immagine dentro una narrazione desiderosa di coerenza sintattica. Già altri autori hanno percorso tale via, taluni, mi si permetta, con risultati superiori. Il materiale positivo, quello cioè che resta come struttura fondamentale della costruzione, mi pare abbastanza vieto e banale: i problemi familiari, il conflitto gerazionale, l'inquietudine giovanile, il contrasto natura-cultura e quello fra libertà individuale e coercizione dei poteri forti. Un bagaglio già a lungo scarrozzato da torme di letterati. Dov'è allora, l'originalita di quest'opera, non certo in alcune intrusioni di tipo filmico, del resto, poi faticosamente riconducibili ad una unità narrativa. Il lettore, per il piacere e l'arricchimento che può conseguirne, deve sopportare e dipanare una scrittura complessa e faticosa da tradurre ed elaborare. NO.