La recensione più critica
3,0 su 5 stelleInteressante
Recensito in Italia il 24 agosto 2013
Complessivamente condivisibile il pensiero dell'autore che si sofferma, come si evince dal titolo, sulla perdita nella nostra società dell'esperienza erotica intesa come abbandono nell'Altro, sostituita da comportamenti narcisistici e di potere. L'autore afferma che: "La negatività* dell'alterità, anzi l'atopia dell'altro, che si sottrae a ogni potere, è costitutiva per l'esperienza erotica." E ancora:
"Se si potesse possedere l'Altro, esso non sarebbe l'Altro. Possedere, conoscere e afferrare sono sinonimi del potere."
Il saggio parla anche di eros contrapposto alla depressione, della vita come mero fatto biologico privo di energia vitale, della pornografia, della fantasia, anche sollecitata dai nuovi media, della politica dell'eros e della necessità della "teoria" di "illuminare il mondo prima di spiegarlo", questo in opposizione all'invadenza della massa delle informazioni.
Il testo non è agilissimo, si avvita un po' specialmente nella definizione di eros, ma il concetto risulta alla fine chiaro. Altre parti, specialmente riferite ad alcune citazioni, mi sembrano un po' forzate. Del resto voler spiegare in termini logici un argomento così complesso non credo nemmeno sia possibile e, anche l'autore a volte, si arrende di fronte al suo mistero.
*Nel testo l'attributo di "negatività" non è di facile intuizione. Non gli viene dato un'accezione negativa, ma indica solo la diversa polarizzazione dalla "positività", che è ciò che esclude l'eros secondo la citazione riportata.