La recensione più critica
3,0 su 5 stelleVasto ma prevedibile
Recensito in Italia 🇮🇹 il 19 marzo 2016
Una biografia costruita sugli aneddoti, scegliendo quelli più curiosi, per quanto insignificanti, che farà felici i "fans" di Jobs ma che è ben poco informativa, nonostante le oltre 600 pagine del volume. Un libro esteso, ampio, leggibile, ma poco franco e che senza dubbio rispecchia la visione ufficiale di Jobs.
Il libro è completamente privo di dettagli tecnici sugli apparecchi costruiti da Apple, Next, etc. Ora, io sono perfettamente d'accordo che una biografia contenente l'elenco (tipo elenco telefonico) di tutti i modelli della Apple, della Next etc. sarebbe pesante, inutile, illeggibile, etc., ma qui si esagera nel senso opposto. Non vi è la minima descrizione di che cosa il Lisa o il Macintosh hanno rappresentato per l'evoluzione del software e dell'hardware dei microcomputer, e il lettore non può farsi un'idea esatta di che cosa si siano resi capaci i tecnici della Apple nel realizzare queste macchine meravigliose e anzi potrebbe perfino pensare che ci sia voluto "troppo tempo" per sviluppare il Macintosh (in tre anni), mentre in realtà il lavoro ciclopico che è stato fatto ha quasi del miracoloso.
Il libro è adulatorio e Jobs viene esaltato oltre ogni limite, e per di più in maniera subdola. Certo vengono espresse anche opinioni negative sul suo carattere, sul suo modo di atteggiarsi, ma sono cose già note, poco rilevanti, e comunque inserite (spesso in chiave comica) in un contesto che lo fanno sembrare, come dire, "figo". La sua superiore intelligenza, la sua capacità di immaginare il futuro, etc. etc., insomma le sue innumerevoli doti invece vengono presentate in maniera "consistente" e non vengono neanche per un momento messe in dubbio. E così si rinvigorisce il peso del personaggio-cult Steve Jobs, marketing testimonial di sè stesso, uomo-sandwich della Eppol e profeta dell'High Tech.
Per es. il famigerato Apple III, un computer la cui creazione venne supervisionata da Jobs e che si risolse in una catastrofe commerciale senza precedenti, viene menzionato en passant in poche righe e non si discutono le cause e le ragioni dell'insuccesso. Così non vengono discussi i limiti tecnici e commerciali del Macintosh (almeno nella prima versione), mentre si parla estesamente dei rapporti (tesi) tra Jobs e gli altri dirigenti. In questo modo, sembra che la defenestrazione di Jobs dalla Apple nel 1985 sia il risultato di una specie di colpo di palazzo, e non di una serie di errori che Jobs ha (obiettivamente) commesso nella realizzazione del Macintosh (e dell'Apple III e del Lisa prima ancora). Il libro si sofferma troppo volentieri sui fatti "politici" e sui rapporti interpersonali tra i vari dirigenti di Cupertino. Non c'è spazio per opinioni o idee che non siano quelle dello stesso Jobs o di altri gerarchi della Apple. Che ne pensava la gente del Macintosh? Come andarono le recensioni? E le prove delle riviste specializzate? Quanti Mac venivano venduti e a che prezzo, quali erano le sue quote di mercato? Un pò di "freddi numeri" forse sarebbero necessari, anzichè riportare per esteso la lettera di dimissioni di Steve Jobs che, francamente, non è un grande esempio di letteratura.
Il ritorno di Jobs alla Apple, che è trattato in maniera molto ampia, quasi prolissa, non è accompagnato da alcun dato, che so, tipo e tecnologia dei computer in produzione, debito della Apple, stato dei magazzini e dello stock (è noto che la Apple nel 1996/97 aveva stock enormi di merce invenduta), etc. etc. etc. - niente, non una parola. Invece si racconta dettagliatamente di una passeggiata di Jobs con Ellison (quello della Oracle, tra l'altro è scritto ora Ellison ora Elison) o di una telefonata tra i due in cui hanno parlato del più e del meno per un intero pomeriggio, e di altri episodi insignificanti e di tutti i cambi d'umore (e di opinione) vissuti da Jobs durante il rientro in Apple. Una biografia incentrata sulla persona Jobs che poco dice della Apple, dell'Hi-Tech, del Design, etc. Le stesse cruciali scelte di design che hanno salvato la Apple dalla catastrofe vengono ridotte ai soli rapporti interpersonali tra Jobs e "Joni", il responsabile del design della Apple, destinati a diventare grandi amici.