Può sembrare un libro un po’ audace (volgare), a tratti grottesco, cioè inverosimile. Ma sotto sotto pulsa una verità decisamente condivisibile con il lettore: il bisogno di affidarsi a relazioni autentiche e la difficoltà di conciliare questa esigenza con alcuni dei ruoli socialmente esercitati. Un conflitto non banale, essenziale …che qui esplode in momenti di autentico disorientamento e paura, ma che si risolve con semplice coraggio di verità ed umiltà. È come se il lettore, preso dagli aspetti più scabrosí non si accorgesse, a poco a poco, che ciò che conta si è fatto strada in lui, lasciandogli alla fine la sensazione di bello, un retrogusto di “sano”.