Recensione cliente

Recensito in Italia 🇮🇹 il 15 gennaio 2021
"The Cruel Prince" è stata una rivelazione per me.
Da qualche anno mi ero allontanato dal genere fantasy perché volevo improntare la mia attenzione verso qualcosa di diverso e più contemporaneo.
Dopo diversi anni invece mi sono ritrovato, sotto consiglio di mia cugina, ad avere tra le mani questo libro ed improvvisamente sono stato di nuovo risucchiato nel vortice del fantasy.
Esteticamente la copertina è meravigliosa anche al tatto: l'edizione che mi è arrivata ha la copertina in cartoncino sottile ergonomico e tutti i soggetti messi in risalto da carta lucida.
Da un punto di vista contenutistico il libro per le prime ottanta pagine non ingrana perfettamente. Queste pagine sono un po' di presentazione dell'ambiente di narrazione e dei personaggi.
Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato da subito l'intento della Black a non voler dipingere i personaggi fatati come le creature a cui siamo di solito abituati (siamo infatti soliti associare le fate ad entità benigne che aiutano nei momenti di difficoltà). In questo libro il concetto stesso di fata viene molto rivisto e, da un certo punto di vista, integrato: sono esseri quasi apatici che complottano, uccidono ed arrivano anche ad essere crudeli.
Per quanto riguarda il finale invece: alcuni lo troveranno banale e forse, sotto certi punti di vista lo è, ma non è scontato. Il libro si auto conclude o meglio si dà una buona chiusura aprendo la pista al suo sequel "The Wicked King" che, detto fra noi, non vedo l'ora di leggere.
Piccola nota: il libro, dopo la sua conclusione contiene, almeno nella mia edizione, il prologo del sequel ed una storia a sé stante che racconta l'incoronazione sotto il punto di vista di altri personaggi più marginali.
Quindi infine, "The Cruel Prince" è un valido apripista di questa trilogia che setta le basi per una storia affascinante.
Consiglio di leggerlo in lingua originale in quanto Holly Black ha steso questo libro con un lessico non eccessivamente ricercato ed ha reso la narrazione scorrevole e mai prolissa, complice anche la scelta dell'utilizzo della prima persona (ma forse questo è un quid particolarmente soggettivo).
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