Meno di tre stelle sarebbe disonesto darle, perché oggettivamente è scritto bene... Ma non venitemi a dire che è un thriller! Se qualcuno obietta: eh ma Vichi non è un giallista, rispondo: molto bene, ma allora perché narrare le vicende di un commissario che indaga sugli omicidi e inserire il romanzo nella categoria gialli e thriller? La parte thriller qui si esaurisce in una cinquantina di pagine, tutto il resto sono descrizioni della giornata di Bordelli, di quello che mangia, dei suoi pensieri, dei suoi ricordi di guerra e tanti tanti dialoghi con i suoi amici, che occupano la stragrande maggioranza del libro. Per carità, le storie raccontate in fondo sono anche belle, ma che c'entrano con il resto della trama? Le conversazioni con Dante e col colonnello, oltre a non avere niente a che fare con la trama, sono anche parecchio noiose. E passiamo al thriller: 3 casi risolti più rapidamente della signora Fletcher, con gli assassini che confessano istantaneamente, e Bordelli che decide da solo chi è veramente colpevole e va punito (praticamente nessuno dei rei confessi, mica l'hanno fatto per cattiveria, eh). E poi: colpo di scena col serialkiller pre-mostro che però rimane in sospeso perché non vorrete mica perdervi il seguito nel prossimo libro? Ma per favore.