Angela Terzani regala al lettore un’altra straordinaria testimonianza di vita dell’amato e illustre compagno Tiziano Terzani. Non possiamo che esserle grati in quanto con queste pagine Terzani rivive sia come giornalista, ma soprattutto come uomo protagonista assoluto della propria esistenza in perenne ricerca del concreto equilibrio e del vero “Io”.
Rivivono così le impressioni, i conflitti interiori, le suggestioni, le paure e le gioie di un uomo che, attraverso il lungo peregrinare nel mondo, ricerca lo scopo della propria vita, la risposta alle proprie perplessità, una via di fuga dalla mediocrità.
Questa lunga e faticosa trasformazione da semplice corrispondente di mondo a uomo in lotta con i propri fantasmi in una società che muta costantemente, è ben evidente dall’ordine cronologico e narrativo dell’opera. Si passa dai lunghi e turbolenti anni in Cina negli anni 80, quando venne arrestato ed espulso dal paese che tanto amava e che mai dimenticherà, agli anni da inviato presso il poco tollerato Giappone, sino ai viaggi in India, meta quest’ultima che lo trascinerà verso quella crescita interiore che culminerà con la tanto agognata pace mentale.
Ciò che davvero colpisce è la capacità di scrivere per non dimenticare, per lottare, per tenere fede alle proprie aspettative e alle proprie promesse, inconsapevolmente - ma forse non così tanto – rendendoci partecipi delle frustrazioni, dei malesseri e delle soddisfazioni cui inevitabilmente va incontro.
Questo ci porta a comprendere come Terzani, l’uomo, si rapportasse ogni istante della propria vita con coloro che amava, con il proprio ego e nei confronti dei demoni comparsi sotto le sembianze della depressione prima e del fatale cancro poi. Seguendo passo per passo la costante crescita intervallata talvolta da ripide ricadute, diveniamo anche noi protagonisti della sua volontà, della voglia di ricerca e di risposta, in un mondo che sente di amare, odiare o non riconoscere a seconda delle turbolenze; ma non possiamo che gioire nel momento in cui egli stesso avverte di essere divenuto coscientemente forte, e di essere pronto così ad abbandonare il proprio corpo per divenire un tutt’uno con l’universo.
La terribile malattia che lo ha colpito non ne ha scalfito lo spirito ma ne ha esaltato le virtù da condottiero traendone forza, desiderio e volontà. Ogni pagina è un forte richiamo al perseguimento della propria meta, diviene uno scopo contro la mediocrità che ci circonda, gli spettri di una globalizzazione che ci ammalia e ci minaccia sotto la vece di un’unica realtà pensante; ed il viaggiare diviene quindi un’arte, lo strumento che potrebbe permetterci di vivere cercando il giusto metodo tra l’affanno e l’equilibrio, tra concretezza e rimpianto.
Con questa testimonianza, più che mai riviviamo un Terzani nudo e crudo, capace di non essere mai banale persino quando si ritrova a dialogare nella propria intimità all’interno di una modesta casetta dispersa nel lontano Binsar.
Questo Terzani dotato di infinite sfaccettature è senz’altro una piacevole scoperta frutto del lavoro di una moglie splendida e devota, che tramite queste pagine mantiene vivo e vivace il ricordo di un grande uomo grazie ad un amore così infinito come l’universo che ci circonda.