Borgo Sud è un romanzo di luoghi. Ci sono le montagne di Grenoble, in cui la protagonista si rifugia per iniziare una nuova vita, ma soprattutto c’è l’Abruzzo, che torna prorompente a farsi largo nei suoi pensieri con i sapori marcati, gli odori e i suoni della città di Pescara. Il paese dei genitori, pur distando solo cinquanta chilometri, sembra appartenere a un altro mondo; Borgo Sud, il quartiere dei pescatori, le appare nascosto dal resto della città di Pescara, ben più accessibile. L’Abruzzo risuona nei dialoghi e nelle espressioni dialettali di Adriana e della famiglia, emerge nei gesti, nei nomi delle pietanze cucinate, nell’odore del mare che evapora in casa. Anche in Borgo Sud l’autrice evoca immagini potenti, tratteggiandole rapidamente con un linguaggio essenziale, come scatti fotografici che appaiono d’improvviso nella mente del lettore. Il racconto, specie nella prima parte, procede attraverso l’utilizzo sapiente di salti temporali. Tutto il romanzo è percorso da una tensione emotiva che si dissolve solo alla conclusione: la scrittrice non manca di ricordare al lettore il presagio drammatico che aleggia sulla vita delle protagoniste. La prosa della Di Pietrantonio è un tributo alla sua terra, specie nelle espressioni dialettali di alcuni personaggi, ma anche nel pensiero magico, nei richiami alle superstizioni ed alle maledizioni.