Questo hard disk esterno portatile da 2,5", modello “Canvio Basics”, è contrassegnato dal marchio “TOSHIBA”, che identifica una nota multinazionale nipponica, operante in numerosi settori merceologici (elettronica, elettrotecnica, elettrodomestici, informatica, telefonia, reattori nucleari, armi, ecc.). La versione da me acquistata è quella contraddistinta dal codice “HDTB420EK3AA”, ovvero il penultimo modello (uscito nel 2020 e sostituito da quello commercializzato a partire dal 2022, che differisce solo leggermente nell’aspetto) con capacità da 2 TB.
Arriva tra le nostre mani in una scatola di cartoncino, munita di gancio polimerico per l’esposizione; è sigillato in una busta di polietilene a bassa densità e opportunamente stabilizzato per mezzo di una compartimentazione cartonata. Questo tipo di packaging garantisce un’efficace schermatura avverso i vari agenti esterni, che possono intervenire in fase di stoccaggio e di trasporto, comprese polvere, umidità e muffa, delle quali, in effetti, non ho trovato traccia nel rimuovere l’imballaggio. Denota, inoltre, da parte del produttore, una marcata attenzione alla sostenibilità ambientale, consistente, nel caso specifico, nell’evitare le componenti inutili della confezione, privilegiando solo materiali riutilizzabili e/o riciclabili.
Accompagnano la periferica in parola:
● un cavo di collegamento amovibile, che, oltre a permettere il trasferimento dei dati, fornisce l’alimentazione necessaria per il funzionamento dell’unità di memoria, la quale rientra, quindi, nel novero delle c.d. “autoalimentate”. È lungo circa 45 cm e reca ad entrambe le estremità un connettore maschio USB, che, però, da un lato, è di tipo “A” e va collegato al dispositivo host; dall’altro, è di tipo “micro-B” e va inserito sul lato destro dell’hard disk. Giova precisare che tale cavo, analogamente alla porta USB tipo “Micro-B” dell’hard disk, è conforme allo standard “USB 3.2 Gen 1”, il quale, noto anche come “USB 3.2 Gen 1x1” (in origine denominato “USB 3.0” e successivamente “USB 3.1 Gen 1”), supporta una velocità di trasferimento teorica di 5 Gbps;
● una guida rapida per l’utilizzo, contenente anche le istruzioni per la sicurezza e quelle afferenti all’assistenza in caso di malfunzionamenti. Il “manuale d’uso” e il “manuale di istruzioni per la sicurezza e il comfort” sono, invece, disponibili solo in formato digitale; li troviamo sullo stesso HDD e sul sito web del fabbricante. Tutta questa documentazione, che è tradotta (anche) in italiano, risulta chiara ed esauriente, grazie pure alla presenza di alcune raffigurazioni esplicative.
Intelligibile ed esaustiva si rivela pure l’etichettatura, la quale, oltre all’immancabile “Made in China”, include una serie di simboli, che, correttamente, sono impressi, oltre che sull’imballaggio, anche sul dispositivo. L’economia della presente trattazione non mi consente di passarli tutti in rassegna. Mi limito a rilevare la presenza de:
― la marcatura “CE”, che, come sappiamo, garantisce al consumatore la conformità a tutte le normative, vigenti all’interno della Comunità Europea, che disciplinano la produzione e l’immissione sul mercato dell’oggetto (compresa la direttiva europea “RoHS”, che impone restrizioni sull’uso di determinate sostanze pericolose, come piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente, ecc.). Ricordo a me stesso che, giusta l’art. 10 della Direttiva 2006/95/CE, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative al materiale elettrico, su questo genere di merce la marcatura “CE”, non solo dev’essere visibile, facilmente leggibile e indelebile, ma deve necessariamente essere apposta sul prodotto e non solo sull’imballaggio, a meno che la prima soluzione non sia praticabile;
― i loghi asseveranti l’osservanza dei limiti fissati dalle autorità di settore di vari Paesi (tra cui, Australia, Corea del Sud, Giappone, Marocco, Stati Uniti, Taiwan e Ucraina) in merito all’interferenza elettromagnetica. Tali simboli, in sostanza, certificano la compatibilità elettromagnetica dell’apparecchio (la c.d. “EMC”), sia sotto l’aspetto attivo che passivo (nel senso che esso produce interferenze che non incidono sul funzionamento di altri dispositivi e, al tempo stesso, è “immune” a quelle tollerabili, generate dagli altri apparecchi). Per intenderci, equivalgono, a livello europeo, al rispetto delle norme “EN 55032:2015” ed “EN 55024:2010+A1:2015”, che è sotteso alla marcatura “CE”;
― l’emblema di conformità “EAC” (che sta per “EurAsian Conformity”), indispensabile per la commercializzazione di un prodotto nei Paesi aderenti all’Unione Economica Eurasiatica (la c.d. “UEE”, che comprende Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan), la quale attesta il rispetto di tutti i requisiti di sicurezza, per la tutela della persona e dell’ambiente, previsti dai Regolamenti Tecnici della predetta alleanza economica. In sostanza, è l’omologo della marcatura “CE”, così come lo è, quello “UKCA” (ossia, “UK Conformity Assessed”), anch’esso presente, il quale, introdotto dopo la “Brexit”, assevera il rispetto dell’ordinamento britannico;
― il simbolo “China RoHS II”, con la specificazione che il periodo di protezione ambientale (il c.d. “EFUP”) è di 10 anni, arco di tempo durante il quale, in fase di normale utilizzo del prodotto, non potranno avvenire perdite o mutazioni delle sostanze pericolose contenute, in grado di causare un grave inquinamento ambientale oppure un serio danno all’utente o alle merci;
― il marchio della validazione rilasciata dagli “Underwriters Laboratories Inc.” (“UL”), una rinomata organizzazione indipendente americana, leader globale di test e certificazioni di sicurezza, la quale accerta il rispetto delle specifiche normative canadesi e statunitensi, valutando, in generale, i potenziali rischi di incendio, shock elettrico e pericolo meccanico, che possono scaturire dall’uso del prodotto;
― il pittogramma del contenitore di spazzatura su ruote, barrato da una croce (con la sottostante barra piena orizzontale, che dal 2019, in realtà, non è più necessaria), il quale, in ossequio alla “Direttiva WEEE”, ovvero la Direttiva della Comunità Europea 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), ricorda l’obbligo di non gettare questo genere di rifiuti tra quelli ordinari, bensì in appositi contenitori o presso la piattaforma ecologica. Sempre in tema di sostenibilità ambientale, compare anche il nastro triangolare di Möbius♻, il quale indica la riciclabilità del prodotto o della sua confezione e/o la loro realizzazione con materiali riciclati.
Il consumatore trova, inoltre, tutte le altre notizie di cui ha bisogno nella pagina Amazon, i cui contenuti testuali e fotografici descrivono l’articolo in maniera talmente puntuale ed organica, che sembra di averlo tra le mani. Data la piena rispondenza, sia dal punto di vista strutturale che funzionale, dell’esemplare ricevuto a tale illustrazione, evito di fornirne una descrizione eccessivamente dettagliata, in quanto avrebbe buone possibilità di risultare ridondante e soporifera. Reputo più proficuo soffermarmi su alcuni dei suoi tratti essenziali, riportando, per lo più, le impressioni registrate sinora, nella speranza che possano servire a far comprendere al potenziale acquirente se esso risponda o meno alle sue esigenze.
2️⃣ LE QUALITÀ STRUTTURALI⛏ e LE DOTI TECNICHE💽
Ad una prima occhiata l’HDD, che ha una forma rettangolare, risulta piuttosto compatto; nello specifico, misura 109 x 78 x 14 mm e pesa circa 146 g, che, tra l’altro, sono ben distribuiti (e diventano 163 g col cavo). Questa compattezza ne agevola la maneggevolezza, che è favorita pure dal valido grip assicurato dallo strato superficiale ruvido, il quale assicura un’ottima presa a prova di mani sudate e garantisce, inoltre, una fermezza sul piano d’appoggio senza graffiarlo, nonostante l’assenza di piedini di gomma nella zona inferiore. L’esiguità dimensionale e ponde