Robert Walser

OK
I clienti hanno anche acquistato articoli di
Libri di Robert Walser
Lingua:Libri ItalianiL’azione di questo romanzo-diario si svolge all’interno di un istituto dove alcuni ragazzi imparano a servire. Luogo ambiguo, non si sa se di tortura o di felicità, insieme quotidiano e fantastico, sospeso nel tempo, I’Istituto Benjamenta viene osservato e subìto dal giovane Jakob von Gunten, che ce ne svela progressivamente i segreti e ogni volta li rinnova. Qual è il potere del burbero e tenebroso Signor Benjamenta e della sua angelica sorella Lisa, i due esseri che guidano lo sparuto manipolo degli allievi? Che senso ha lo sconcertante insegnamento dell’istituto, simile a una oscura «educazione a rovescio»? Abbiamo di fronte a noi un turpe inganno o un paradiso camuffato? Come "Il Castello" di Kafka – dove per altro è stato avvertito l’eco dello "Jakob von Gunten" – così anche questo romanzo di Walser ha provocato interpretazioni opposte, che però hanno lasciato intatto il suo mistero: l’immagine dell’Istituto Benjamenta resta come uno dei luoghi memorabili della letteratura del Novecento.
Il saggio di Roberto Calasso, che accompagna questa edizione, si propone di individuare una matrice mitologica del romanzo che permetta di leggerlo in una nuova prospettiva.
Tutto ciò si svolge all’interno di un mondo soave, quello walseriano, dominato dalla mitezza, dalla cortesia, dall’eleganza dei modi e dei pensieri, ma anche dalla consapevolezza dell’infelicità – senza necessariamente cadervi -, dall’incontro con il diverso – senza viverlo come una minaccia -, dall’intrattenersi con gli altri, decantandone magari le qualità – senza per questo aspettarsi da loro niente.
Durante la sua passeggiata, ogni particolare che attira la sua attenzione e che gli evoca qualcosa prende anima, si trasforma ai suoi occhi in un piccolo incanto, in oasi di pace ora fisica ora interiore, in pensieri e riflessioni delicate e sapienti. È come un altro modo di esistere e di vedere le cose. Il mondo come non è ma come vorremmo che fosse.
Robert Walser è unanimemente riconosciuto come uno dei massimi scrittori di lingua tedesca del ‘900. Letto e ammirato dai suoi più grandi contemporanei, da Musil a Kafka, da Canetti a Benjamin, che gli dedicò uno dei suoi saggi, Walser ebbe un’esistenza errabonda, sparsa in vari luoghi, dedita ai mestieri più diversi e segnata a partire dall’età di 51 anni dai ricoveri in cliniche psichiatriche; il primo quando a causa di crisi d’ansia e allucinazioni accettò, volontariamente, un primo ricovero. Successivamente, solo inizialmente contro la sua volontà, restò nel sanatorio di Herisau, sempre in Svizzera, dove visse, di fatto in un esilio volontario, per ventitré anni, fino alla morte, senza scrivere più nulla. Riceveva peraltro le visite assidue dell’amico Carl Seelig con cui discorrerà e passeggerà insieme per tutti quegli anni. Finché, il 25 dicembre 1956, proprio durante una passeggiata, Walser si accasciò sulla neve e lì fu trovato morto. Ironia della sorte, perché lui era un grande amante delle passeggiate e un grande camminatore: si pensi che una volta da Berlino tornò nella sua Bienne a piedi.
Les vingt-quatre épisodes de Félix, dialogues et monologues écrits en 1925, sont issus des microgrammes. Quelques traits d’une psychologie raffinée dépeignent avec humour l’éveil de la personne, sa rouerie distanciatrice dans l’affrontement avec les adultes et l’exercice de ses pouvoirs, les nuances de l’affirmation et de la conscience de soi. Le contenu biographique est évident, de même que dans L’Etang.
Robert Walser (1878-1956) écrit dès sa jeunesse des poèmes, de la prose et du théâtre. Les brèves scènes dramatiques, qui ont marqué les débuts et la fin de sa carrière, sont fréquemment représentées aujourd’hui. Mais elles sont autant à lire qu’à jouer.
Né en 1894 à Zurich, Carl Seelig était journaliste littéraire et écrivain. Il rencontre Robert Walser en 1936 à Herisau, maison de santé où le poète cessera d’écrire, se soumettant sans rechigner à son traitement : plier et coller des sacs en papier, écosser des petits pois. Seelig s’imposera alors comme le porte-parole du « poète muet ». Il contribuera de façon décisive à ce que l’œuvre de Walser soit diffusée.
Little Snow Landscape opens in 1905 with an encomium to Robert Walser’s homeland and concludes in 1933 with a meditation on his childhood in Biel, the town of his birth, published in the last of his four years in the cantonal mental hospital in Waldau outside Bern. Between these two poles, the book maps Walser’s outer and inner wanderings in various narrative modes. Here you find him writing in the persona of a girl composing an essay on the seasons, of Don Juan at the moment he senses he’s outplayed his role, and of Turkey’s last sultan shortly after he’s deposed. In other stories, a man falls in love with the heroine of the penny dreadful he’s reading (and she with him?), and the lady of a house catches her servant spread out on the divan casually reading a classic. Three longer autobiographical stories—“Wenzel,” “Würzburg,” and “Louise”—brace the whole. In addition to a representative offering of Walser’s short prose, of which he was one of literature’s most original, multifarious, and lucid practitioners, Little Snow Landscape forms a kind of novel, however apparently plotless, from the vast unfinishable one he was constantly writing.
Del prólogo
La figura y la obra de Robert Walser llevan décadas inspirando a escritores y lectores de todo el mundo, incluido Thomas Hirschhorn, uno de los más innovadores artistas visuales contemporáneos, para quien el autor suizo es una figura capital, un escritor que se resiste a que le apliquen la etiqueta de «escritor», alguien para quien el concepto de arte está siempre conectado con un personalísimo punto de vista, sistemáticamente alejado del establishment. Berlín y el artista es una atractiva y provocadora selección de los más definitorios textos de Walser, un perfecto recorrido por la trayectoria de un creador irrepetible.
Robert Walser (1878-1956) est l’auteur d’une œuvre pleinement découverte après sa mort. Aujourd’hui, il est considéré comme le plus grand écrivain alémanique de la première moitié du XXe siècle. L’essentiel de son œuvre se compose de centaines de proses rassemblées en volumes par l’auteur lui-même ou dispersées sous forme de « feuilletons » dans les journaux de l’époque, d’autres encore restées à l’état d’esquisses, comme Le Territoire du crayon.
Dressed in his cheap, battered suit, Joseph Marti arrives at the impressive villa of Karl Tobler, an enthusiastic but ill-starred inventor, to begin employment as his clerk. Tobler is determined to finance his family’s lavish lifestyle with the proceeds from his latest idea – a clock adorned with advertisements. But Tobler’s grand plans are destined for failure and the household, including Marti, refuse to acknowledge their approaching ruin.
Robert Walser claimed to have written The Assistant, a semi-autobiographical work, in just six weeks as an entry for a literary competition. The second of his few surviving novels, it is now regarded as major work of modernist literature.
“Beautiful and haunting” – The New Yorker
Swiss modernist author Robert Walser recounts the Battle of Sempach in brief but violent detail.
One day, in the middle of high summer, a military expedition was advancing slowly down the dusty country road that led towards a district of Luzern. The bright, actually more than bright, sun dazzled down over swaying armour serving to cover human bodies, over prancing horses, over helmets and parts of faces, over equine heads and tails, over ornaments and plumes and stirrups as big as snowshoes. To the right and to the left of the shining military expedition spread out meadows with thousands of fruit trees in them up as far as hills that, looming up out of the blue-smelling, half-hazy distance, beckoned and had the same effect as light and carefully painted window dressing.
- ←Pagina precedente
- 1
- 2
- 3
- 4
- Pagina successiva→