Patrizio Corda

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Libri di Patrizio Corda
Lingua:Libri Italiani
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526 d.C. - Teodorico lascia un'Italia ricca e ben lontana dalla miseria in cui l'aveva trovata oltre trent'anni prima.
Ma dietro all'ormai consolidata convivenza tra Romani e Ostrogoti si cela una lotta senza quartiere nella corte di Ravenna per la successione sul trono.
Il piccolo Atalarico, erede designato, dovrà infatti difendersi dalle mire della madre Amalasunta ma soprattutto da un altro pretendente rimasto nell'ombra fino a quel momento, il feroce e spietato Teodato. Allo stesso tempo, anche a Costantinopoli prendono luogo importanti avvicendamenti.
Il trono del defunto Giustino sarà infatti occupato dal nipote Giustiniano. Il quale, a differenza del predecessore, sogna un impero più grande e potente. Un obiettivo il cui raggiungimento non può non passare da una cruciale riconquista.
Quell'Italia che proprio Teodorico aveva reso dimora degli Ostrogoti.
Ma dietro all'ormai consolidata convivenza tra Romani e Ostrogoti si cela una lotta senza quartiere nella corte di Ravenna per la successione sul trono.
Il piccolo Atalarico, erede designato, dovrà infatti difendersi dalle mire della madre Amalasunta ma soprattutto da un altro pretendente rimasto nell'ombra fino a quel momento, il feroce e spietato Teodato. Allo stesso tempo, anche a Costantinopoli prendono luogo importanti avvicendamenti.
Il trono del defunto Giustino sarà infatti occupato dal nipote Giustiniano. Il quale, a differenza del predecessore, sogna un impero più grande e potente. Un obiettivo il cui raggiungimento non può non passare da una cruciale riconquista.
Quell'Italia che proprio Teodorico aveva reso dimora degli Ostrogoti.
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536 d.C. - Belisario entra finalmente a Roma, accolto come un liberatore. Dopo tempo immemore, l'impero torna a reclamare la propria potestà sull'Urbe. A Costantinopoli, Giustiniano vede il suo sogno di restaurare l'Occidente prossimo al realizzarsi.
Ma la resistenza Ostrogota non è stata ancora piegata del tutto. Deciso a combattere fino alla fine, il nuovo re Vitige giura vendetta a Belisario per l'occupazione di Roma e avvia i preparativi per cingerla d'assedio. Quello che seguirà sarà uno dei capitoli più epici della lunghissima guerra Gotica, nonché il più incerto.
Contrapposti ma accomunati da un obiettivo in comune, la vittoria, Vitige e Belisario faranno di una Roma povera e decadente il teatro di uno scontro leggendario, andando rispettivamente vicini al trionfo in più di un'occasione. Alla fine, però, sarà uno solo a prevalere. E per lo sconfitto, non ci sarà altra sorte se non l'oblio.
Ma la resistenza Ostrogota non è stata ancora piegata del tutto. Deciso a combattere fino alla fine, il nuovo re Vitige giura vendetta a Belisario per l'occupazione di Roma e avvia i preparativi per cingerla d'assedio. Quello che seguirà sarà uno dei capitoli più epici della lunghissima guerra Gotica, nonché il più incerto.
Contrapposti ma accomunati da un obiettivo in comune, la vittoria, Vitige e Belisario faranno di una Roma povera e decadente il teatro di uno scontro leggendario, andando rispettivamente vicini al trionfo in più di un'occasione. Alla fine, però, sarà uno solo a prevalere. E per lo sconfitto, non ci sarà altra sorte se non l'oblio.
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541 d.C. - Disperato e senza più nessun valido candidato al trono, il gran consiglio degli Ostrogoti accetta incredibilmente
la proposta del popolo alleato dei Rugi. La corona di Teodorico, per la prima volta, si posa sul capo di un individuo di stirpe
non Ostrogota, il Rugio Erarico. Questi, però, si confermerà presto inadatto al ruolo di sovrano, facendo i propri interessi
e rifiutandosi di portare avanti la guerra nella speranza di compiacere Giustiniano siglando con l'augusto una pace lucrativa
solo per lui. Infuriati ma anche pentiti per aver assassinato Ildibaldo, gli anziani ordiranno una congiura ai danni dell'indegno Erarico, rovesciandolo. Al trono ascenderà il giovane Totila, comandante della guarnigione di Treviso e nipote dello tesso Ildibaldo. Proprio grazie a questi, nel suo momento più buio, il regno Ostrogoto conoscerà un'insperata rinascita, arrivando nuovamente a contendere all'impero il suolo Italico.
Con le sue gesta Totila entrerà nella leggenda, restituendo
agli Ostrogoti onore e orgoglio. Una leggenda predetta, fin dall'inizio, dal significato del suo stesso nome.
la proposta del popolo alleato dei Rugi. La corona di Teodorico, per la prima volta, si posa sul capo di un individuo di stirpe
non Ostrogota, il Rugio Erarico. Questi, però, si confermerà presto inadatto al ruolo di sovrano, facendo i propri interessi
e rifiutandosi di portare avanti la guerra nella speranza di compiacere Giustiniano siglando con l'augusto una pace lucrativa
solo per lui. Infuriati ma anche pentiti per aver assassinato Ildibaldo, gli anziani ordiranno una congiura ai danni dell'indegno Erarico, rovesciandolo. Al trono ascenderà il giovane Totila, comandante della guarnigione di Treviso e nipote dello tesso Ildibaldo. Proprio grazie a questi, nel suo momento più buio, il regno Ostrogoto conoscerà un'insperata rinascita, arrivando nuovamente a contendere all'impero il suolo Italico.
Con le sue gesta Totila entrerà nella leggenda, restituendo
agli Ostrogoti onore e orgoglio. Una leggenda predetta, fin dall'inizio, dal significato del suo stesso nome.
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469 d.C. - Il giovane Teodorico Amalo ritorna tra gli Ostrogoti, dopo alcuni anni trascorsi a Costantinopoli come ostaggio, carico di dubbi e insicurezze. A tormentare i suoi anni più lieti è la costante divisione tra il feroce istinto barbarico e il suo amore per la bellezza e la cultura, scoperto ad Oriente.
Succedendo al padre, Teodorico ascenderà sul trono Ostrogoto ma si troverà fin da subito a lottare contro rivali agguerriti, non ultimo il diffidente augusto Zenone. Il suo regno sarà difficoltoso e costellato di battute d'arresto, fino a che un'inattesa opportunità non gli permetterà di fondare il suo regno nel luogo più impensabile. Riportando così agli antichi fasti un'Italia apparentemente destinata all'oblio dopo la silenziosa caduta dell'impero Romano d'Occidente.
Succedendo al padre, Teodorico ascenderà sul trono Ostrogoto ma si troverà fin da subito a lottare contro rivali agguerriti, non ultimo il diffidente augusto Zenone. Il suo regno sarà difficoltoso e costellato di battute d'arresto, fino a che un'inattesa opportunità non gli permetterà di fondare il suo regno nel luogo più impensabile. Riportando così agli antichi fasti un'Italia apparentemente destinata all'oblio dopo la silenziosa caduta dell'impero Romano d'Occidente.
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Fergus Mór. Il Romano di Dalriada
9-apr-2021
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451 d.C. - In una Britannia ormai abbandonata dall'impero Romano, un pugno di guerrieri combatte strenuamente
per difendere l'isola dalle crescenti invasioni dei popoli barbari venuti dal mare. Il figlio di uno di questi valorosi,
Fergus Mór, guarda a suo padre e ai suoi compagni come degli eroi invincibili, eredi di un popolo nobile e glorioso
da emulare. Ancora non sa che il suo destino sarà diverso e simile al tempo stesso. Un misterioso amuleto
ritrovato nei pressi di Gleva lo accompagnerà in un viaggio lunghissimo e tribolato, lontano dalla sua terra
natia, in cui conoscerà popoli e sovrani a lui ignoti. Ma nel quale, soprattutto, scoprirà le sue vere origini.
E il destino che per lui è stato deciso dai poteri più alti: riportare in vita un regno oscuro e ormai dimenticato.
Quello degli Scoti di Dalriada.
per difendere l'isola dalle crescenti invasioni dei popoli barbari venuti dal mare. Il figlio di uno di questi valorosi,
Fergus Mór, guarda a suo padre e ai suoi compagni come degli eroi invincibili, eredi di un popolo nobile e glorioso
da emulare. Ancora non sa che il suo destino sarà diverso e simile al tempo stesso. Un misterioso amuleto
ritrovato nei pressi di Gleva lo accompagnerà in un viaggio lunghissimo e tribolato, lontano dalla sua terra
natia, in cui conoscerà popoli e sovrani a lui ignoti. Ma nel quale, soprattutto, scoprirà le sue vere origini.
E il destino che per lui è stato deciso dai poteri più alti: riportare in vita un regno oscuro e ormai dimenticato.
Quello degli Scoti di Dalriada.
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260 d.C. - Dopo una lunga e luminosa carriera militare, che da semplice recluta l'ha portato a diventare
governatore della Germania Inferiore, Marco Cassiano Latinio Postumo si trova a un bivio. Fraternamente
legato ai legionari ma tenuto ad obbedire agli ordini dell'augusto Gallieno e del suo dispotico figlio
Salonino, egli è obbligato a fare una scelta dalla quale è a lungo fuggito: ascoltare il suo cuore e osare
facendo leva sull'appoggio delle truppe, oppure continuare a vivere da servo.
La sua decisione cambierà radicalmente l'impero Romano del III secolo. In un'epoca contraddistinta
da invasioni barbariche, lotte intestine e soprattutto moti secessionisti, Postumo emergerà imponendosi
come miglior alternativa al legittimo imperatore, dando vita a un regno che per anni terrà in scacco Roma.
E che come questa andrà incontro a dure battaglie, tradimenti e congiure fatali.
governatore della Germania Inferiore, Marco Cassiano Latinio Postumo si trova a un bivio. Fraternamente
legato ai legionari ma tenuto ad obbedire agli ordini dell'augusto Gallieno e del suo dispotico figlio
Salonino, egli è obbligato a fare una scelta dalla quale è a lungo fuggito: ascoltare il suo cuore e osare
facendo leva sull'appoggio delle truppe, oppure continuare a vivere da servo.
La sua decisione cambierà radicalmente l'impero Romano del III secolo. In un'epoca contraddistinta
da invasioni barbariche, lotte intestine e soprattutto moti secessionisti, Postumo emergerà imponendosi
come miglior alternativa al legittimo imperatore, dando vita a un regno che per anni terrà in scacco Roma.
E che come questa andrà incontro a dure battaglie, tradimenti e congiure fatali.
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552 d.C. - dopo la morte di Totila, è Teia ad ereditare la corona Ostrogota e ad assumersi il gravoso incarico di portare avanti la resistenza contro l'inarrestabile avanzata di Narsete. Tuttavia, straziato dal lutto e consapevole delle
drammatiche circostanze, il giovane re riprende la battaglia come consapevole che questa abbia un esito già scritto.
Ma Teia non è il solo a non volersi arrendere. Nell'ombra, una figura del tutto insospettabile e fino ad allora estranea al conflitto inizia a covare un ardente desiderio di battersi, per preservare quanto rimane del regno Ostrogoto e onorare
la memoria di chi l'ha governato. E proprio questi, inconsapevolmente, si ritroverà ad essere il solo ed assoluto protagonista delle ultime, struggenti lotte per la supremazia sull'Italia. Arrivando ad essere ricordato come l'ultimo degli Ostrogoti.
drammatiche circostanze, il giovane re riprende la battaglia come consapevole che questa abbia un esito già scritto.
Ma Teia non è il solo a non volersi arrendere. Nell'ombra, una figura del tutto insospettabile e fino ad allora estranea al conflitto inizia a covare un ardente desiderio di battersi, per preservare quanto rimane del regno Ostrogoto e onorare
la memoria di chi l'ha governato. E proprio questi, inconsapevolmente, si ritroverà ad essere il solo ed assoluto protagonista delle ultime, struggenti lotte per la supremazia sull'Italia. Arrivando ad essere ricordato come l'ultimo degli Ostrogoti.
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494 d.C. - A quasi vent'anni dalla caduta dell'impero Romano d'Occidente, la Gallia e la penisola Iberica fanno ormai parte del vastissimo regno dei Visigoti. Proprio il loro sovrano, Alarico II figlio del celebre Eurico, regna con un pugno di ferro su una popolazione tanto remissiva quanto eterogenea, composta sì da barbari ma
anche da Romani ormai privi di orgoglio e amor patrio. Ma nonostante le sue rappresaglie e le sue continue e opprimenti tassazioni, proprio uno dei Romani d'Hispania
superstiti troverà in sè la forza di ravvivare l'antico fuoco che permise ai suoi avi di fondare e rendere grande l'impero. Con sua grande sorpresa, Claudio Emilio Ibero, noto come Burdunellus, riuscirà a far diventare la sua personale causa quella di tutto il popolo d'Hispania, minacciando severamente il trono di Alarico e scatenando una delle ultime, feroci ma anche meno raccontate ribellioni dell'età post-imperiale.
anche da Romani ormai privi di orgoglio e amor patrio. Ma nonostante le sue rappresaglie e le sue continue e opprimenti tassazioni, proprio uno dei Romani d'Hispania
superstiti troverà in sè la forza di ravvivare l'antico fuoco che permise ai suoi avi di fondare e rendere grande l'impero. Con sua grande sorpresa, Claudio Emilio Ibero, noto come Burdunellus, riuscirà a far diventare la sua personale causa quella di tutto il popolo d'Hispania, minacciando severamente il trono di Alarico e scatenando una delle ultime, feroci ma anche meno raccontate ribellioni dell'età post-imperiale.
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768 d.C. - La giovane Irene, proveniente da una nobile famiglia Greca, partecipa alla fastosissima "sfilata della sposa",
indetta dal basileus Costantino V per trovare la futura sposa dell'erede al trono d'Oriente, suo figlio Leone.
Contro ogni pronostico, riuscirà a trionfare su tutte le concorrenti conquistando il futuro marito, che la
introdurrà a corte cambiando la sua vita dopo anni di vessazioni da parte dei suoi stessi familiari.
Ma nè Leone, nè lei possono immaginare cosa accadrà in seguito. Sempre più a suo agio a palazzo e affascinata dal potere,
Irene inizierà a nutrire ambizioni ben più grandi del suo ruolo di consorte del basileus.
Soggiacendo alla sua smania, darà il via a una scalata che rimarrà nella storia. E che la consegnerà ai posteri
come la prima imperatrice dei Romei, sola e incontrastata al potere.
Alle spese dei suoi nemici, ma anche dei suoi cari.
indetta dal basileus Costantino V per trovare la futura sposa dell'erede al trono d'Oriente, suo figlio Leone.
Contro ogni pronostico, riuscirà a trionfare su tutte le concorrenti conquistando il futuro marito, che la
introdurrà a corte cambiando la sua vita dopo anni di vessazioni da parte dei suoi stessi familiari.
Ma nè Leone, nè lei possono immaginare cosa accadrà in seguito. Sempre più a suo agio a palazzo e affascinata dal potere,
Irene inizierà a nutrire ambizioni ben più grandi del suo ruolo di consorte del basileus.
Soggiacendo alla sua smania, darà il via a una scalata che rimarrà nella storia. E che la consegnerà ai posteri
come la prima imperatrice dei Romei, sola e incontrastata al potere.
Alle spese dei suoi nemici, ma anche dei suoi cari.
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Commodo. Cesare Erculeo (Historia Romana Vol. 8)
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169 d.C. - L'imperatore Marco Aurelio è angosciato dalle continue rivolte dei popoli barbari al confine
Danubiano e dalla peste che sta decimando la popolazione imperiale. A entrambe le situazioni sembra non
esserci soluzione, ma egli trova conforto in un'incrollabile certezza. Ha un erede al trono.
Questi è il suo ultimo figlio superstite, Commodo, che ha proclamato Cesare tre anni prima.
Scegliendo di dare vita a una vera e propria dinastia, Marco spera di poter regnare un giorno assieme al figlio,
facendone il bastone della propria vecchiaia oltre che un collega col quale lavorare in concordia.
Ma non sarà così. E non solo perchè la malattia lo porterà via prima che ciò possa accadere.
Commodo, ancora bambino, ha già compreso il potere e la sua posizione. E ha fatto una promessa a sé stesso.
Divenire tutto, fuorché la copia di suo padre.
Danubiano e dalla peste che sta decimando la popolazione imperiale. A entrambe le situazioni sembra non
esserci soluzione, ma egli trova conforto in un'incrollabile certezza. Ha un erede al trono.
Questi è il suo ultimo figlio superstite, Commodo, che ha proclamato Cesare tre anni prima.
Scegliendo di dare vita a una vera e propria dinastia, Marco spera di poter regnare un giorno assieme al figlio,
facendone il bastone della propria vecchiaia oltre che un collega col quale lavorare in concordia.
Ma non sarà così. E non solo perchè la malattia lo porterà via prima che ciò possa accadere.
Commodo, ancora bambino, ha già compreso il potere e la sua posizione. E ha fatto una promessa a sé stesso.
Divenire tutto, fuorché la copia di suo padre.
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1453 d.C. - Costantinopoli è sotto assedio, in procinto di cadere sotto i terribili
attacchi delle armate Ottomane del sultano Maometto, in quello che sarà uno dei fatti di guerra
più sanguinosi e memorabili del Medioevo e della storia intera.
Costantino Paleologo, l'ultimo imperatore d'Oriente, cerca disperatamente di opporsi
con tutte le forze a quella che è la fine preannunciata di un impero millenario.
Ma presto, rimasto isolato e senza aiuti, realizza che tutto è perduto e decide di sparire
assieme al suo mondo, lanciandosi come un martire tra i nemici ormai entrati in città.
Ma il destino sembra avere altri piani per lui.
Il suo tempo non è ancora giunto. Ci sarà forse ancora modo per lui, e per il suo impero,
di tornare a esistere. Che sia a Costantinopoli, o agli estremi confini del mondo.
attacchi delle armate Ottomane del sultano Maometto, in quello che sarà uno dei fatti di guerra
più sanguinosi e memorabili del Medioevo e della storia intera.
Costantino Paleologo, l'ultimo imperatore d'Oriente, cerca disperatamente di opporsi
con tutte le forze a quella che è la fine preannunciata di un impero millenario.
Ma presto, rimasto isolato e senza aiuti, realizza che tutto è perduto e decide di sparire
assieme al suo mondo, lanciandosi come un martire tra i nemici ormai entrati in città.
Ma il destino sembra avere altri piani per lui.
Il suo tempo non è ancora giunto. Ci sarà forse ancora modo per lui, e per il suo impero,
di tornare a esistere. Che sia a Costantinopoli, o agli estremi confini del mondo.
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407 d.C. - la Britannia è ormai nel caos, abbandonata da un Impero d'Occidente
instabile e assediato da orde di barbari che ne minacciano i confini.
Esasperato, il popolo reclama a gran voce una guida dopo la morte di
Magno Massimo, l'ultimo grande a ergersi contro la dinastia Teodosiana.
Le truppe elevano diversi soldati alla porpora, facendoli cadere poco dopo.
Solo uno di loro, Costantino III, riuscirà a unire tutti i Britanni sotto
di sè, coinvolgendoli nel suo progetto di riforma totale di un impero
ormai morente e destinato a scomparire.
Dai nebbiosi e oscuri mari del Nord, Costantino approderà oltre la Manica,
sconvolgendo l'impero nel tentativo di fare della Britannia l'epicentro
di un mondo nuovo, fondato sulle ceneri di Roma.
instabile e assediato da orde di barbari che ne minacciano i confini.
Esasperato, il popolo reclama a gran voce una guida dopo la morte di
Magno Massimo, l'ultimo grande a ergersi contro la dinastia Teodosiana.
Le truppe elevano diversi soldati alla porpora, facendoli cadere poco dopo.
Solo uno di loro, Costantino III, riuscirà a unire tutti i Britanni sotto
di sè, coinvolgendoli nel suo progetto di riforma totale di un impero
ormai morente e destinato a scomparire.
Dai nebbiosi e oscuri mari del Nord, Costantino approderà oltre la Manica,
sconvolgendo l'impero nel tentativo di fare della Britannia l'epicentro
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