La recensione più critica
3,0 su 5 stellepiacevole ma discontinuo
Recensito in Italia 🇮🇹 il 7 novembre 2015
Andro' controcorrente, ma non è secondo me un libro da 4-5 stelle. (Anche se alla fine le stelle lasciano il tempo che trovano... non prendetele troppo sul serio).
Intendiamoci: è scritto bene, piacevole, scorrevole, con pennellate accurate e intriganti. Ma non è il capolavoro della letteratura da viaggio che uno potrebbe aspettarsi.
Forse quindi il punto è nelle aspettative di chi legge. Mi aspettavo di leggere un libro che raccontasse di un viaggio e che gentilmente mi accompagnasse in una terra che non conosco ma di cui sento parlare. Lo è, ma solo a tratti.
Infatti, è una collezione di appunti, storie di un viaggio, riproposte non necessariamente in ordine cronologico. Questo mi ha un po' disorientato, ma dopo il terzo o quarto racconto sono comunque entrato nello spirito e ho potuto godere di descrizioni di terre e genti lontane. Alcune sono magistrali, come quelle della città dove non regna MAI il silenzio a causa degli altoparlanti installati dal regime. Oppure quello del viaggio aereo di un aviatore che trasportava un carico speciale: un "Padrino" morto e stecchito le cui esequie dovevano svolgersi ben di là di dove risiedeva.
Ho letto il libro tenendo sempre accanto Google Maps, per capire bene dove i fatti avvenivano; mi ha aiutato un po' a inquadrare movimenti e distanze, ma come detto tenete conto che non c'è un ordine cronologico tra le varie parti.
E' un libro piacevole, non c'è dubbio. Si legge agilmente (Sepùlveda, e il suo traduttore, sono magistrali); pero' non (mi) graffia.