Natalia Ginzburg

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Lessico famigliare (Super ET)
1-gen-2012
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Lessico famigliare è il libro di Natalia Ginzburg che ha avuto maggiori e piú duraturi riflessi nella critica e nei lettori. La chiave di questo straordinario romanzo è delineata già nel titolo. Famigliare, perché racconta la la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i Levi, a Torino tra gli anni Trenta e i Cinquanta del Novecento. E Lessico perché le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali.
Scrive la Ginzburg: «Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire "Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna" o "De cosa spussa l'acido cloridrico", per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole».
In appendice la Cronistoria di «Lessico famigliare» a cura di Domenico Scarpa e uno scritto di Cesare Garboli.
Scrive la Ginzburg: «Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire "Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna" o "De cosa spussa l'acido cloridrico", per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole».
In appendice la Cronistoria di «Lessico famigliare» a cura di Domenico Scarpa e uno scritto di Cesare Garboli.
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«In ogni pagina di questo libro c'è il modo di essere donna [di Natalia Ginzburg]: un modo spesso dolente ma sempre pratico e quasi brusco, in mezzo ai dolori e alle gioie della vita... Tra i capitoli del volume si ricorda Ritratto d'un amico, certo la piú bella cosa che sia stata scritta sull'uomo Cesare Pavese. E le pagine scritte subito dopo la guerra, che riportano con una forza piú che mai struggente il senso dell'esperienza d'anni terribili (e sanno pur farlo, serbando, come Le scarpe rotte, un quasi miracoloso senso del comico). Poi, le prove (come Silenzio e Le piccole virtú) d'una Natalia Ginzburg moralista, dove una partecipazione acuta ai mali del secolo sembra nascere dalla matrice d'un calore familiare. E soprattutto, perfetto capitolo d'una autobiografia in chiave obiettiva e ironica, Lui e io, in cui la contrapposizione dei caratteri si trasforma, da spunto di commedia, nel piú affettuoso poema della vita coniugale».
Italo Calvino
***
L'edizione è corredata dal saggio di Domenico Scarpa Le strade di Natalia Ginzburg e da un apparato comprendente le Notizie sul testo, un'antologia della critica, una bibliografia e una cronologia della vita e delle opere.
Italo Calvino
***
L'edizione è corredata dal saggio di Domenico Scarpa Le strade di Natalia Ginzburg e da un apparato comprendente le Notizie sul testo, un'antologia della critica, una bibliografia e una cronologia della vita e delle opere.
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«Ho tentato di rimettere insieme la storia della famiglia Manzoni; volevo ricostruirla, ricomporla, allinearla ordinatamente nel tempo. Avevo delle lettere e dei libri. Non volevo esprimere commenti, ma limitarmi a una nuda e semplice successione di fatti. Volevo che i fatti parlassero da sé. Volevo che le lettere, accorate o fredde, cerimoniose o schiette, palesemente menzognere o indubitabilmente sincere, parlassero da sé...
Il protagonista di questa lunga storia famigliare non volevo fosse Alessandro Manzoni. Una storia famigliare non ha un protagonista; ognuno dei suoi membri è di volta in volta illuminato e risospinto nell'ombra. Non volevo che egli avesse piú spazio degli altri; volevo che fosse visto di profilo e di scorcio, e mescolato in mezzo agli altri, confuso nel polverio della vita giornaliera. E tuttavia egli domina la scena; è il capo-famiglia; e gli altri certo non hanno la sua grandezza. E d'altronde egli appare piú degli altri strano, tortuoso, complesso...».
Natalia Ginzburg
Il protagonista di questa lunga storia famigliare non volevo fosse Alessandro Manzoni. Una storia famigliare non ha un protagonista; ognuno dei suoi membri è di volta in volta illuminato e risospinto nell'ombra. Non volevo che egli avesse piú spazio degli altri; volevo che fosse visto di profilo e di scorcio, e mescolato in mezzo agli altri, confuso nel polverio della vita giornaliera. E tuttavia egli domina la scena; è il capo-famiglia; e gli altri certo non hanno la sua grandezza. E d'altronde egli appare piú degli altri strano, tortuoso, complesso...».
Natalia Ginzburg
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In questo romanzo, scritto durante il soggiorno di Natalia Ginzburg a Londra e uscito per la prima volta nel 1961, è racchiuso il senso delle storie di famiglia: la presenza degli anziani e il venir su dei giovani, quel loro crescere diversi da quanto ci si sarebbe aspettato, l'allacciarsi e il mutare degli amori, delle amicizie e delle antipatie, tutte cose che l'autrice esprime con un ardore senza uguali e un'assorta caparbietà, quasi per sottrarle alla devastazione e alla perdita. Come in una lunga saga familiare i personaggi e le vicende si svelano con uno stile spoglio. Della taciturna ragazza che scrive in prima persona soffriamo le speranze e le delusioni senza una riga di commento o giudizio o introspezione. È il modo di raccontare della Ginzburg, fedele al rigore delle notazioni oggettive, attento a riportare le battute di un dialogo, la cadenza di una frase.
L'edizione è corredata da un apparato comprendente le Notizie sul testo, un'antologia della critica, una bibliografia e una cronologia della vita e delle opere.
L'edizione è corredata da un apparato comprendente le Notizie sul testo, un'antologia della critica, una bibliografia e una cronologia della vita e delle opere.
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Vita immaginaria
28-set-2021
7,99 €
12,00 €
Il meno conosciuto fra i libri di Natalia Ginzburg - la sua terza raccolta di scritti non narrativi, apparsa nel 1974 e mai piú ristampata finora - è anche il piú multiforme di tutti, e il piú pervicacemente battagliero. A dargli il titolo è un memorabile esercizio di autobiografia, collocato in chiusura; ma quel titolo cosí assorto e sfumante, Vita immaginaria, è anche un titolo da interpretare a rovescio: perché, di fatto, in ciascuno dei trenta testi qui radunati Natalia Ginzburg interviene, con la esitante perentorietà che rende unica la sua voce, sulla vita reale dell'oggi, di un oggi che porta date di mezzo secolo fa ma sul quale ascolteremo cose che valgono per il nostro qui-e-ora, cosí diversamente complesso ma cosí simile nelle opzioni estetiche, nelle scelte morali, nei tragici dilemmi politici che impone a ciascuno di noi.
La condizione delle donne negli anni del femminismo, e quella degli ebrei e dello Stato di Israele; la bellezza e l'orrore di Roma, e la fragilità di una democrazia (la nostra) sempre sotto minaccia; alcuni scrittori da amare (Goffredo Parise, Antonio Delfini, Biagio Marin, Tonino Guerra, Italo Calvino, Lalla Romano, Elizabeth Smart, ed Elsa Morante della Storia sopra tutti); alcuni film (Sussurri e grida, Amarcord, Domenica maledetta domenica) visti con l'occhio di scrittrice; le biografie di alcuni amici (Cesare Pavese, Felice Balbo); e poi, ancora, la nostra incertezza e la nostra necessità di scegliere; la memoria dell'infanzia, da decifrare, e la vita dei figli adulti, che suscita meraviglia e insicurezza. Infine, sempre presenti, quel senso di soddisfazione che ci può addormentare, le varie specie di linguaggio falso che vanno sempre piú proliferando, la libertà che si può perdere da un momento all'altro e gli orrori della storia contemporanea ai quali ci si abitua a poco a poco, senza rendersene conto, ed è su questo vertice negativo che culmina il tutto. Non per niente, infatti, Natalia Ginzburg aveva pensato, mentre andava costruendo Vita immaginaria, di scegliere un titolo completamente diverso: Il disumano.
La condizione delle donne negli anni del femminismo, e quella degli ebrei e dello Stato di Israele; la bellezza e l'orrore di Roma, e la fragilità di una democrazia (la nostra) sempre sotto minaccia; alcuni scrittori da amare (Goffredo Parise, Antonio Delfini, Biagio Marin, Tonino Guerra, Italo Calvino, Lalla Romano, Elizabeth Smart, ed Elsa Morante della Storia sopra tutti); alcuni film (Sussurri e grida, Amarcord, Domenica maledetta domenica) visti con l'occhio di scrittrice; le biografie di alcuni amici (Cesare Pavese, Felice Balbo); e poi, ancora, la nostra incertezza e la nostra necessità di scegliere; la memoria dell'infanzia, da decifrare, e la vita dei figli adulti, che suscita meraviglia e insicurezza. Infine, sempre presenti, quel senso di soddisfazione che ci può addormentare, le varie specie di linguaggio falso che vanno sempre piú proliferando, la libertà che si può perdere da un momento all'altro e gli orrori della storia contemporanea ai quali ci si abitua a poco a poco, senza rendersene conto, ed è su questo vertice negativo che culmina il tutto. Non per niente, infatti, Natalia Ginzburg aveva pensato, mentre andava costruendo Vita immaginaria, di scegliere un titolo completamente diverso: Il disumano.
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11,00 €
La solitudine dell'infanzia e lo stupore della vecchiaia, i film visti e i libri letti, le esperienze di lavoro, la psicanalisi, la musica lirica (il titolo è tratto dal libretto del Lohengrin), le faccende domestiche, la politica, il credere o il non credere in Dio: i brevi saggi raccolti in questo volume risalgono alla fine degli anni Sessanta e stanno idealmente accanto alle Piccole virtú. Somigliano alle pagine di quel diario che l'autrice dichiarava di non tenere. Di certo sono vicini, per affinità tematica e sapienza di racconto, a Lessico famigliare e, come altrove nell'opera di Natalia Ginzburg, sono inseparabili dalla vocazione del narrare di sé. Nella loro casualità, nel loro placido disordine quotidiano, affrontanno questioni che appartengono a ciascuno di noi. Mai devi domandarmi diventa cosí un'esperienza familiare, un oggetto destinato a farci compagnia giorno dopo giorno.
Con la cronologia della vita e delle opere, la bibliografia ragionata e l'antologia della critica.
Con la cronologia della vita e delle opere, la bibliografia ragionata e l'antologia della critica.
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13,00 €
La strada che va in città, È stato cosí, Valentino, Sagittario, Le voci della sera
e i racconti:
Un'assenza, Casa al mare, Mio marito, La madre, Estate.
e i racconti:
Un'assenza, Casa al mare, Mio marito, La madre, Estate.
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10,00 €
La più famosa delle commedie di Natalia Ginzburg è da tempo diventata un classico. La sua felicità linguistica e la sua energia teatrale hanno una forza di contagio che si ripete a ogni nuova messa in scena, anche a distanza di ormai quarantacinque anni. Il dialogo è tanto vivace quanto più tra le battute c'è come una distanza, una microfrattura. Perché, come scrive Ferdinando Taviani nella prefazione scritta per questa nuova edizione: «Il dialogo scenico di Natalia Ginzburg assume la maschera della conversazione, ma è semmai il suo contrario, naviga fra ciò che diversifica, non fra ciò che si compartisce conversando, salta per dislivelli e microscopici dribbling d'attenzione, come l'acqua quando non riesce a star ferma, scende, mormora, e per ciò è viva».
È il piacere della differenza, dell'essere differenti, del parlare ognuno con il proprio ritmo, che procura allegria. Contro la noia dell'essere uguali. Negli anni Sessanta e oggi.
È il piacere della differenza, dell'essere differenti, del parlare ognuno con il proprio ritmo, che procura allegria. Contro la noia dell'essere uguali. Negli anni Sessanta e oggi.
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La città e la casa: Nuova edizione a cura di Domenico Scarpa (Einaudi tascabili. Scrittori)
16-lug-2013
6,99 €
12,00 €
Apparso nel 1984, La città e la casa è un romanzo epistolare che racconta la disgregazione della famiglia, la crisi dei ruoli tradizionali, il vuoto drammatico che accompagna la vita dei nostri giorni. La mancanza di virilità, l'assenza della figura paterna, l'insicurezza dei figli compongono i frammenti di un'armonia ormai dispersa in un fitto susseguirsi di eventi spesso drammatici tra Roma, l'Umbria e l'America. Lettera dopo lettera, padri, figli, amici, amanti vengono messi di fronte a se stessi e al loro bisogno di verità. L'autrice ricostruisce le schegge di queste vite e racconta nel consueto stile, asciutto e lirico insieme, la perdita di quel senso di appartenenza che ha il suo simbolo piú evidente nella casa: perché «uno le case può venderle o cederle ad altri finché vuole, ma le conserva ugualmente per sempre dentro di sé».
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È stato cosí (Einaudi tascabili. Scrittori)
2-dic-2010
6,99 €
11,00 €
«Gli ho detto: - Dimmi la verità, - e ha detto: - Quale verità, - e disegnava in fretta qualcosa sul suo taccuino e m'ha mostrato cos'era, era un treno lungo lungo con una grossa nuvola di fumo nero e lui che si sporgeva dal finestrino e salutava col fazzoletto. Gli ho sparato negli occhi».
Comincia in questo modo il secondo romanzo di Natalia Ginzburg. Pubblicato nel 1947, È stato cosí (poi riproposto dall'autrice nel volume Cinque romanzi brevi, insieme con La strada che va in città, Valentino, Sagittario, Le voci della sera) è la storia di un amore disperato e geloso, una confessione dettata dalla dolorosa lucidità di una moglie che per anni ha sopportato la relazione extraconiugale del marito.
Con una nota dell'autrice, la cronologia della vita e delle opere e, a cura di Domenico Scarpa, le Notizie sul testo.
Comincia in questo modo il secondo romanzo di Natalia Ginzburg. Pubblicato nel 1947, È stato cosí (poi riproposto dall'autrice nel volume Cinque romanzi brevi, insieme con La strada che va in città, Valentino, Sagittario, Le voci della sera) è la storia di un amore disperato e geloso, una confessione dettata dalla dolorosa lucidità di una moglie che per anni ha sopportato la relazione extraconiugale del marito.
Con una nota dell'autrice, la cronologia della vita e delle opere e, a cura di Domenico Scarpa, le Notizie sul testo.
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Caro Michele (Einaudi tascabili. Scrittori)
21-mag-2013
6,99 €
11,00 €
«Caro Michele»: il piú classico degli incipit epistolari è quello che Natalia Ginzburg sceglie come titolo del suo romanzo. Una madre già avanti negli anni ma ancora giovane e un figlio lontano fisicamente e ancor piú (e soprattutto) distante nelle idee, nelle esigenze, negli affetti e nei dolori. Un figlio per il quale la madre prova rancore, ma dal quale non riesce a staccarsi; e l'ultimo, irrescindibile cordone ombelicale è fatto di sole lettere.
Sorta di Lessico famigliare dieci anni dopo, Caro Michele è un romanzo dai personaggi dispersi, divisi dall'incomunicabilità e destinati alla solitudine, e la scelta del genere epistolare suona provocatoria e simbolica.
Con la cronologia della vita e delle opere, la bibliografia essenziale e l'antologia della critica.
Sorta di Lessico famigliare dieci anni dopo, Caro Michele è un romanzo dai personaggi dispersi, divisi dall'incomunicabilità e destinati alla solitudine, e la scelta del genere epistolare suona provocatoria e simbolica.
Con la cronologia della vita e delle opere, la bibliografia essenziale e l'antologia della critica.
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Die Stimmen des Abends (German Edition)
15-ott-2015
7,99 €
17,49 €
'Es ist der schönste Roman, den Natalia Ginzburg geschrieben hat. Dieses Gespür für Familiengeschichten und ihre Verflechtung, das ist etwas, das nur noch sie besitzt.' sagte Italo Calvino über dieses Buch.
Eines von 12 bisher vergriffenen Meisterwerken aus der ZEIT Bibliothek der verschwundenen Bücher.
Eines von 12 bisher vergriffenen Meisterwerken aus der ZEIT Bibliothek der verschwundenen Bücher.
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