Irvin D. Yalom

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Libri di Irvin D. Yalom
Lingua:Libri ItalianiLa donna si chiama Lou Salomé ed è di inusuale bellezza: fronte poderosa, luminosi occhi azzurri, labbra piene e sensuali.
Nonostante la temperatura pungente del mattino, si è tolta il manto di pelliccia e, guardandolo direttamente negli occhi, con voce ferma gli ha detto di temere per la vita di un suo caro amico: Friedrich Nietzsche, il pensatore tedesco che, secondo Richard Wagner, ha «regalato al mondo unopera senza pari». Poi, posando leggermente la mano guantata sulla sua, ha aggiunto che il filosofo è in preda a una profonda prostrazione. Uno stato che si manifesta con una moltitudine impressionante di sintomi: emicrania, parziale cecità, nausea, insonnia, febbri, anoressia, e che lo porta ad assumere pericolose dosi di morfina...
Così, attraverso la voce della musa della Vienna fin de siècle, Josef Breuer, stimato medico ebreo, futuro padre della psicanalisi, uomo dal comportamento ineccepibile e, tuttavia, oppresso anche dai legami e dalle convenzioni della vita borghese e matrimoniale e profondamente turbato dalla bella Bertha, sua paziente da due anni, apprende della disperazione estrema di colui che diverrà il suo più illustre paziente. Breuer, infatti, sottoporrà il filosofo alle sue cure, basate sulla convinzione che la guarigione del corpo passi attraverso quella dellanima. E tra lui e Nietzsche, nel corso di numerose sedute, si instaurerà un dialogo serrato e coinvolgente durante il quale Breuer cercherà di arrivare alle radici del male oscuro del filosofo e di indurlo ad aprirgli il cuore.
tratti da annotazioni relative a quarantacinque anni di pratica clinica. Esso rappresenta un mélange particolare di idee e tecniche che ho trovato utili nel mio lavoro. Queste idee sono così personali, presuntuose e qualche volta originali che difficilmente il lettore potrà trovarle altrove».
La terapia e il rapporto analista-paziente sono, come indica il titolo, l'argomento proprio di questo libro, ma in una maniera appunto così originale che l'esperienza terapeutica vi appare come una sorta di avventura, e analisti e pazienti vi sono raffigurati come singolari «compagni di viaggio» anziché come distaccati guaritori e infelici che soffrono.
Unendo l'abilità di narratore al rigore dello studioso, l'autore di Le lacrime di Nietzsche racconta i casi clinici più difficili che gli siano mai capitati rileggendoli alla luce di un passo di Freud o di Schopenhauer, rivela il consiglio di un vecchio amico grazie al quale superò una delusione di gioventù, attinge alle pagine di Hermann Hesse per parlare di malattia e di guarigione.
«Guidato dalla passione per il compito» e messi da parte i consigli che gli suscitavano «meno entusiasmo», Yalom invita i lettori a seguirlo attraverso ottantacinque temi centrali della terapia contemporanea. Rimuovere gli ostacoli e andare avanti, ad esempio. Evitare le diagnosi. Non avere paura di sbagliare. Sviscerare il senso della parola «casa».
Riflettere sui sogni che ci tengono svegli, e ricordare che se il terapeuta ha molti pazienti, il paziente ha un solo terapeuta.
Scritto «con lo stile di O. Henry e lumorismo di Isaac Singer» (San Francisco Chronicle),Il dono della terapia è un viaggio unico ed emozionante al termine del quale la terapia apparirà come un itinerario complesso, un cammino arduo e non privo di trappole, tuttavia sempre ricco di soste appaganti e affascinanti scoperte. Un'intima collaborazione che, citando le parole di Reiner Maria Rilke, poeta caro a Yalom, è in grado di dare a tutti noi gli strumenti per affrontare «ciò che cè di irrisolto nei nostri cuori».
«I grandi scrittori e i grandi filosofi si sono sempre occupati della sofferenza umana e delle sue cause. Io nei miei libri cerco di esplorare queste fonti e sottolinearne la rilevanza nella terapia contemporanea».
Irvin Yalom, da un'intervista a la Repubblica
Hanno scritto di Il problema Spinoza:
«Perché Wolfgang Goethe, massimo rappresentante dello spirito tedesco, apprezzava in modo incondizionato le opere di un ebreo come Spinoza?
L'abilità di Yalom trasforma il quesito
in un appassionante racconto che ha anche il pregio di ricostruire i fondamenti della filosofia spinoziana».
Corrado Augias
Hanno scritto di Le lacrime di Nietzsche:
«Nietzsche, vero inventore della psicanalisi e suo primo paziente».
l'Unità
Hanno scritto di La cura Schopenhauer:
«Un famoso psichiatra alle prese con il senso della vita e della sua fine. Splendido romanzo che fonde filosofia e narrazione della fragilità umana».
la Repubblica
La paura della morte ci perseguita da sempre. Cè chi la manifesta indirettamente, magari in un sintomo che non ha apparentemente nulla a che fare con essa; cè chi la esplicita, come Gilgamesh, con tragica consapevolezza; cè chi ne è a tal punto paralizzato da non potersi abbandonare ad alcuna felicità. Come unombra oscura, la paura della morte entra nel cuore di ogni uomo, in ogni epoca, sotto ogni condizione. Al punto tale che non vi è stato scrittore degno di questo nome che non labbia affrontata e descritta.
Irvin Yalom laffronta anche lui in questo libro, ma non per aggiungere un suo compendio di riflessioni alle illustri opere del passato. Il libro è piuttosto una ricognizione che nasce dal confronto personale con il problema della morte, confronto offerto dal dialogo con i pazienti e dalla frequentazione delle opere di quei pensatori che hanno tracciato la via per avere la meglio sul terrore della morte.
Lesperienza mostra come sia davvero arduo vivere ogni istante consapevoli di dover morire. «È come cercare di fissare direttamente il sole: si riesce a sopportarlo solo per poco». Di qui i rituali compulsivi per attenuarne il terrore: la proiezione nel futuro attraverso i propri figli, la fede in un salvatore, la strenua lotta per diventare importanti e famosi. Langoscia della morte è però sempre in agguato, «occultata in qualche abisso nascosto della mente».
Che cosa fare? Come misurarsi con essa? Più che Freud, Jung e gli altri grandi psichiatri della fine del diciannovesimo e dellinizio del ven-tesimo secolo, sono i filosofi greci classici, in particolare Epicuro, a indicare, per Yalom, la via. È attraverso il pensiero di Epicuro un filosofo lontanissimo da quella concezione di abbandono alla sensualità con cui viene generalmente tramandato che lidea della morte, anziché portare alla disperazione e a una vita priva di scopo, può essere una awakening experience, unesperienza di risveglio, «una consapevolezza che conduce a una vita più piena».
«Condivido la paura della morte con ogni essere umano: è la nostra ombra oscura dalla quale non ci separiamo mai. Queste pagine contengono quanto ho imparato dalla mia esperienza, dal lavoro con i pazienti e dai pensieri di quegli scrittori che hanno ispirato il mio lavoro per avere la meglio sul terrore della morte».
Irvin D. Yalom
«Yalom è uno studioso della condizione umana. La sua voce mescola meraviglia e umiltà».
Boston Globe
L'autore di Le lacrime di Nietzsche, e di altre importanti opere di narrativa che hanno conquistato il favore di pubblico e critica nei numerosi paesi in cui sono apparse, presenta in queste pagine la grande esperienza accumulata in più di cinquantanni di pratica psicanalitica, e con onestà intellettuale ci pone dinanzi a una serie di casi in cui, assieme ai suoi pazienti, ha affrontato il problema della perdita, dell'invecchiamento, della malattia e della solitudine.
In pagine pervase da una grande umanità, con garbo e tuttavia con la precisione propria dell'analista, Yalom delinea una schiera di personaggi diversi tra loro per età, estrazione sociale, prospettive di vita, tra i quali uno scrittore vittima di un blocco creativo che, dopo aver letto Le lacrime di Nietzsche, chiede di essere preso in cura; una ex prima ballerina della Scala che fa il suo ingresso teatrale nello studio con in mano una fotografia che la ritrae giovane, splendida étoile della danza; un uomo daffari con tutte le cose giuste attorno a lui, ma nessuna giusta dentro; e una redattrice in punto di morte, con laspetto esteriore di una malinconica figlia dei fiori degli anni Sessanta e dei grandi occhi castani che brillano intensi.
Rivolgendosi al normale lettore e a quello «iniziato » - in quanto terapeuta di professione o persona in terapia - con un linguaggio semplice e diretto, senza tecnicismi, Yalom tratteggia soluzioni inaspettate che, d'un colpo, risolvono il trauma, leniscono la ferita inferta dalla vita, aprono prospettive di speranza anche nelle situazioni più tetre.
«Siamo tutti creature di un giorno», scrive Marco Aurelio nei suoi Pensieri, «colui che ricorda e colui che è ricordato». La saggezza dell'imperatore filosofo sintetizza appieno lo spirito di questo volume, in cui autore e lettore, terapeuta e paziente, avanzano assieme alla ricerca di risposte.
«Yalom scrive con lo stile di O. Henry e il senso dellumorismo di Isaac Singer».
San Francisco Chronicle
«Yalom è uno studioso della condizione umana. La sua voce mescola meraviglia e umiltà».
Boston Globe
«Yalom è un mago che permette ai lettori di guardare dietro le quinte del processo terapeutico».
Barnes&Nobles
«Un libro in cui il terapista è un poeta, e la terapia un'arte».
Chicago Tribune
Selezionando sei storie tra le tante affiorate nei suoi cinquantanni di pratica analitica, Yalom conduce il lettore lungo i sentieri delle emozioni umane, così come si rivelano nellaffascinante e complessa relazione tra paziente e psichiatra. E, attraverso una scrittura capace di affrontare con levità i temi del lutto, del dolore e della perdita, ma anche quelli del coraggio, della guarigione e dellautoconsapevolezza, tesse, come Oliver Sacks, i labirintici fili della coscienza in un arazzo molto più ricco e solenne.
«Non sono molti gli scrittori capaci di scegliere per titolo Il senso della vita e riuscire davvero a mantenere quello che il titolo promette».
The Independent
«Mentre guida i pazienti a scoprire le radici più vere e profonde dei disturbi [] Yalom trascina il lettore in un processo di coinvolgimento psicologico e di domande su se stesso».
la Repubblica
In questo intimo memoriale, per la prima volta il grande psicoterapeuta si mette a sedere dalla parte del paziente, rivolgendo l’occhio clinico verso sé stesso. Il rapporto quotidiano con i pazienti, con le loro sofferenze, con le loro storie più intime, appare in questo libro come ciò che ha realmente concesso a Yalom di diventare la persona che è, modificando in concreto la sua vita, i suoi comportamenti, i suoi stessi impulsi.
Una preziosa testimonianza di come la relazione con gli altri sia all’origine del processo per cui si diventa ciò che si è.
«I ricordi dei miei pazienti riportano a galla i miei, il mio lavoro sul loro futuro chiama e disturba il mio passato, e mi ritrovo a riconsiderare la mia intera esistenza».
Irvin D. Yalom
Seymour Trotter, settantun anni, un patriarca della comunità psichiatrica, venerato in tutto il Nord della California per la sua sagacia e il suo motto: «La mia tecnica consiste nellabbandonare
qualsiasi tecnica!», va incontro alla rovina dopo aver preso in analisi Belle Felini, una trentaduenne di gradevole aspetto, bella pelle, occhi seducenti, vestita con eleganza, ma con una lunga storia di autodistruzione alle spalle. Nellistante in cui l«alleanza terapeutica» con la sua paziente sembra dare frutti che nessun Prozac può procurare, Trotter viene accusato di comportamento sessuale inappropriato nei confronti della giovane donna e sottoposto ad azione disciplinare dal comitato etico per la medicina.
Incaricato del procedimento è Ernest Lash, assistente universitario presso la facoltà di psichiatria, studioso che ignora quasi tutto della psicoterapia. Lincontro con Trotter, tuttavia, lo affascina e seduce a tal punto che Lash diviene un affermato psicoterapeuta. Giorno dopo giorno, i suoi pazienti lo invitano nei luoghi più intimi delle loro vite. E giorno dopo giorno lui ringrazia i grandi progenitori dellanalisi: Nietzsche, Kierkegaard, Freud, Jung.
Finché non viene il momento in cui nessuno dei grandi guaritori del passato può soccorrerlo. Lash applica un approccio radicalmente nuovo, basato su una forma di «alleanza terapeutica» con il suo paziente Justin. Ma quando questultimo decide di abbandonare bruscamente la moglie, Lash è costretto a correre ai ripari il più in fretta possibile, poiché si rende conto di aver commesso un grave errore di valutazione e di essersi curato più di sé che di Justin nellanalisi. Errore che confessa al suo supervisore Marshal Streider, il quale, benché abbia fatto suo il motto creativo di Trotter, non riesce a scrollarsi di dosso alcuni suoi comportamenti compulsivi, in particolare lattrazione per il denaro che turba i suoi rapporti col mondo.
Dopo aver indagato i fantasmi della mente in e attraverso Nietzsche, Schopenhauer e Spinoza, Irvin Yalom scrive un romanzo che può essere letto come una lettera aperta ai terapeuti e ai pazienti, una sorta di istruzioni per luso prima di avventurarsi sullimpervio sentiero dellanalisi, così come un avvincente racconto che svela al lettore comune che cosa accade realmente sul lettino di Freud.
«Tagliente, spietato, Sul lettino di Freud ricorda i libri di Oliver Sacks e Studs Terkel. Un romanzo per chi vuole sapere come funziona davvero la mente
di uno psicoterapeuta».
San Francisco Chronicle
«Un libro che pone importanti domande su cosa significa dire la verità
da entrambi i lati del lettino».
New York Times Book Review
'When Yalom publishes something - anything - I buy it, and he never disappoints. He's an amazing storyteller, a gorgeous writer, a great, generous, compassionate thinker, and - quite rightly - one of the world's most influential mental healthcare practitioners' Nicola Barker, Guardian Best Books of 2017
'Wonderful, compelling and as insightful about its subject and about the times he lived in as you could hope for. A fabulous read' Abraham Verghese, author of Cutting for Stone
Irvin D. Yalom has made a career of investigating the lives of others. In Becoming Myself, his long-awaited memoir, he turns his therapeutic eye on himself, delving into the relationships that shaped him and the groundbreaking work that made him famous.
The first-generation child of immigrant Russian Jews, Yalom grew up in a lower-class neighbourhood in Washington DC. Determined to escape its confines, he set his sights on becoming a doctor. An incredible ascent followed: we witness his start at Stanford Medical School amid the cultural upheavals of the 1960s, his turn to writing fiction as a means of furthering his exploration of the human psyche and his rise to international prominence.
Yalom recounts his revolutionary work in group psychotherapy and how he became the foremost practitioner of existential psychotherapy, a method that draws on the wisdom of great thinkers over the ages. He reveals the inspiration for his many seminal books, including Love's Executioner and When Nietzche Wept, which meld psychology and philosophy to arrive at arresting new insights into the human condition. Interweaving the stories of his most memorable patients with personal tales of love and regret, Becoming Myself brings readers close to Yalom's therapeutic technique, his writing process and his family life.
In this classic book, master psychotherapist Irvin D. Yalom uncovers the mysteries, frustrations, pathos, and humor at the heart of the therapeutic encounter. With insight and sympathy, Yalom not only gives us a rare and enthralling glimpse into the personal desires and motivations of ten of his patients, but also tells his own story as he struggles to reconcile his all-too-human response with his sensibility as a psychiatrist. Love's Executioner has inspired hundreds of thousands of readers already, and promises to inspire generations of readers to come.
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