Fabio Geda

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Libri di Fabio Geda
Lingua:Libri ItalianiTra conflitti e occasioni di meraviglia, tra realtà quotidiana e rivelazioni, quattro ragazzi intrecciano le loro vite con tutta l'energia della giovinezza. Un ritratto commovente di quella stagione dell'anima che piú d'ogni altra si imprime in ciascuno di noi e sceglie il nostro destino.
Anna, Andrea, Cora e Valerio sono compagni di scuola. Assieme studiano, si divertono, sperperano con allegria le giornate. Il perno di queste esistenze - ancora brevi e già segnate da perdite e ferite - è il negozio di un anziano rigattiere nei vicoli di Torino, un luogo che diventa una specie di base, talvolta di rifugio. Il tempo, però, non regge la richiesta di perfezione, di assoluto, che l'adolescenza pretende. Il desiderio si insinua nel gruppo e lo logora. Andrea, che rispetto agli altri percepisce ogni cosa con intensità maggiore, a poco a poco si isola: a fargli mancare il fiato sono tanto la bellezza impetuosa del presente, quanto il senso di minaccia che arriva dal futuro. Ma nel momento in cui si troverà in pericolo i suoi amici, quegli amici unici che solo una certa età ti regala, saranno di nuovo con lui.
«Quello di Fabio Geda è lo sguardo di chi conosce la complessità dell'educare e di chi sa accogliere la difficoltà di un processo incerto e inesatto. Di chi non fa la predica, non dà risposte, ma sa guardare e narrare».
Alice Bigli
«Un dolore che non è mai pietistico, una compassione che non è mai retorica».
Valeria Parrella
Marta ha 12 anni, ma sembra piú grande, perché arriva in comunità alloggio dopo aver affrontato problemi che l'hanno costretta a crescere in fretta: un padre andato via di casa, una madre fragile che riempie i suoi vuoti con l'alcol, tre fratelli da accudire. Corrado ha 16 anni, pensa di essere un duro, ma, in quella stessa comunità, aspetta soltanto che la madre esca finalmente dal carcere, per recuperare l'amore che gli manca. Tra rabbie, delusioni e piccole felicità le esistenze dei due ragazzi si intrecciano a quelle di Elisa, di Ascanio e degli altri educatori che si occupano di loro. Fino a quando Marta e Corrado decidono di prendere in mano il proprio destino.
Con una scrittura tesa, asciutta, concreta, Fabio Geda segue le loro vite e restituisce ai lettori la fatica di diventare grandi in un mondo di adulti imperfetti.
In equilibrio tra nostalgia e speranza, Fabio Geda racconta con voce unica, commovente, una giornata che racchiude un'intera esistenza. Una storia che prima o poi ci attraversa, o ci sfiora, tutti.
«Non sono mai stata brava a gestire la fragilità dei miei genitori: nei loro confronti non ho mai smesso di sentirmi figlia e di voler essere io quella accudita. Mi veniva spontaneo pensare che essendo piú vecchi di me dovessero essere migliori di me, punto: una di quelle cose scritte nel destino. Dovevano essere piú consapevoli, piú forti, in grado di governare con piú criterio qualunque situazione. Ma arriva un momento in cui le parti si invertono o per lo meno si sovrappongono. Nel destino c'è scritto anche questo».
Ercole è asserragliato sul tetto di un capannone, armato e circondato dalla polizia. Con lui c'è Luca, che ha sei anni. Come sono finiti lassú?
Ercole Santià trascorre l'infanzia ricucendo gli strappi quotidiani della vita. Lui e sua sorella Asia tirano avanti a stento - con fantasia e caparbietà - insieme al padre, un personaggio tanto inadeguato quanto innocente; eppure, come tutti, crescono, vanno a scuola, s'innamorano. Finché, all'improvviso, ogni cosa attorno a Ercole inizia a crollare. Niente sembra in grado di fermare la slavina che lo sta travolgendo, nemmeno Viola, la ragazza che da qualche tempo illumina i suoi giorni. Convinto che quello di incasinarsi sia un destino scritto nel sangue della propria famiglia, è sul punto di arrendersi quando viene a sapere che la madre, di cui non ha notizie da anni, abita non lontano da lui. L'incontro con la donna lo metterà di fronte alla necessità di reagire compiendo una scelta drammatica. L'unica possibile, forse, se vuole cambiare il proprio destino e proteggere le persone che ama.
Il suo messaggio semplice quanto rivoluzionario – allegria, studio e pietà: non serve altro – oggi risuona più forte che mai e dalla Torino dell’Ottocento arriva fino alle strade delle nostre città e ai fronti su cui si gioca il diritto al futuro, dalle periferie ai centri di accoglienza delle nuove migrazioni.
Per questo Fabio Geda sceglie di raccontarlo intrecciando per la prima volta la vicenda umana di don Bosco alla propria di allievo e educatore, e a un viaggio di testimonianza sui luoghi dei nuovi esperimenti di convivenza in Italia.
Ricostruzione storica, narrazione, reportage: un unico filo luminoso lega le battaglie di don Bosco deciso a conquistare un futuro per i suoi ragazzi, le disavventure di Fabio alle prese con gli adolescenti difficili delle periferie e la sfida di chi a Valdocco come a Catania sperimenta forme più efficaci di integrazione e di educazione.
È lo stesso filo che lega la spiritualità e il gioco, la capacità di trovare il centro di noi stessi e quella di prenderci cura del prossimo. Giovanni Bosco, il santo che credeva nell’umanità, parla ancora a una società che ha bisogno di tornare a crederci.
***
«I miei figli faranno quello che potranno, quello che la vita gli offrirà. Ciò che posso mostrargli è come. Come fare le cose, come alzarsi e andare incontro al giorno che ogni mattina Dio ci srotola di fronte quando il primo sole illumina i tetti delle case, di chiunque siano quelle case. Non ho molta fiducia nelle parole, signore. L'esempio, quello sí».
A vent'anni dai fatti di Genova, un romanzo che stimola riflessioni sullo stare al mondo, sull'essere parte di una comunità, sul diventare cittadine e cittadini con diritti e doveri, tra cui quello di interessarsi tanto del pianeta quanto della propria scuola.
«Chi l'avrebbe mai detto che in questo mondo l'Isolachenoncè sarebbero stati gli adulti ad abitarla. E che alla fine i bimbi sperduti sarebbero partiti alla sua conquista.»
Gli adulti non esistono più. Nel 1975 il virus li ha uccisi e da tre anni uccide chiunque abbia più di sedici anni. Questa è l'unica certezza per i bambini e ragazzi allo sbando tra le spettrali vie di Berlino.
E invece no. Gli adulti esistono ancora. Uno di loro, Andreas Beck, sta cercando una cura al virus, mentre gli altri sono armati e pronti a tutto. Anche a sparare a Bernd. Intanto Jakob è ancora sconvolto da quando, nel mezzo di una tormenta di neve, ha dovuto salvare la sua peggior nemica, Wolfrun, caduta in un lago gelido con il cavallo Ziggy. Sembra che per entrambi da quel momento il mondo si sia capovolto e ora, in fuga dai loro nuovi nemici, si stanno per incontrare di nuovo...
«Non è vendicandosi che si aggiustano le cose. Dobbiamo cercare una soluzione. Non possiamo più accontentarci di sopravvivere.» «E cos'altro possiamo fare?» «Possiamo sconfiggere il virus, ad esempio.
O morire provandoci.»
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