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Confessioni di una squartatrice: Un caso per il commissario Barbarotti (Le indagini dell'ispettore Barbarotti) Formato Kindle
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Der Spiegel
«Uno stile alla Simenon. Un Maigret scorbutico e geniale, disincantato e depresso, che si trova a dipanare un groviglio di sangue, segreti e passioni proibite.»
l’Espresso
«Il personaggio creato da Håkan Nesser è già diventato un caso.»
Corriere della Sera
L’ispettore Gunnar Barbarotti non è più lo stesso. Non è facile concentrarsi sul lavoro quando la mente è lontana, persa nel dolore di una tragedia personale dopo la quale sembra impossibile rimettersi in piedi. Forse per riguardo nei suoi confronti, il commissario Asunander gli affida un cold case, un caso all’apparenza semplice, vecchio di cinque anni: la sparizione di un uomo che si era allontanato in moto dalla sua casa di campagna per non farvi più ritorno. Il suo corpo non è mai stato ritrovato, e l’unica indiziata non ha mai confessato. Perché i sospetti si sono concentrati tutti su di lei, ovviamente: la convivente, una donna nota alle cronache come la Squartatrice, che in passato aveva ucciso e fatto a pezzi il marito violento. Un delitto per cui aveva pagato con undici anni di prigione. Due uomini scomparsi, a vent’anni di distanza, legati alla stessa donna: è possibile che dopo aver scontato la sua pena ed essersi rifatta una vita, la Squartatrice sia tornata alle «vecchie abitudini», che sia dunque un’assassina seriale? E perché il commissario Asunander vuole rivangare proprio adesso, alle soglie della pensione, un caso che sembrerebbe già risolto? Solo per sgombrare la scrivania dal lavoro inevaso, oppure perché è convinto che a Barbarotti faccia bene tenersi impegnato? O invece la vecchia volpe è mossa da altri dubbi e da altri fini...? Incoraggiato dalla collega Eva Backman, che lo sostiene da un’amorevole e rispettosa distanza, Barbarotti inizia a fare domande, quasi svogliatamente, ed entra passo dopo passo nel cuore di una vicenda in realtà assai intricata, dai troppi lati ancora oscuri.
«Si chiama Håkan Nesser ed è, potremmo dire, il Camilleri della Svezia.»
Corriere della Sera
«Lo stile di Nesser è lineare ed esplicito, privo di fronzoli, i suoi personaggi risultano credibili perché veri e pieni di acciacchi decisamente umani.»
l’Unità
«Non è tanto la perizia con cui Nesser costruisce la trama gialla ad affascinare, quanto la sua capacità di descrivere la caparbietà e le umanissime esitazioni del commissario. E le atmosfere stemperate di grigio di una Svezia che viene voglia di andare a conoscere.»
Il Sole 24 Ore
- LinguaItaliano
- EditoreGuanda
- Data di pubblicazione26 giugno 2014
- Dimensioni file1237 KB
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Dettagli prodotto
- ASIN : B00KWG5MUU
- Editore : Guanda (26 giugno 2014)
- Lingua : Italiano
- Dimensioni file : 1237 KB
- Da testo a voce : Abilitato
- Screen Reader : Supportato
- Miglioramenti tipografici : Abilitato
- Word Wise : Non abilitato
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Recensioni migliori da Italia
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Quindi leggo alcune pagine e confermo il giudizio: il solito clichè del poliziotto problematico, disadattato, blablabla.
Leggo alcune pagine in più e comincia ad interessarmi il profilo psicologico di Barbarotti e le sue interazioni con la moglie.
Altre pagine passano sotto imiei occhi ed anche la storia si fà più interessante.
Ad un punto, non so bene quando, il romanzo comincia a piacermi molto: la storia è asemplice e lineare ma non banale nè banalizzata, i personaggi maturano via via che il libro procede in un crescendo molto piacevole, la side story dell'ispettore si sviluppa molto realisticamente, i suoi pensieri, le sue relazioni con gli altri al di fuori dell'indagine, sono via via più profondi ed interessanti senza diventare nè pesanti nè didattici.
L'autore non prende una posizione precisa in merito alle credenze di Barbarotti, ma le presenta semplicemente come dati di fatto: così è per lui e stop.
Anche il finale dell'indagine ha un doppio twist un po' incredibile, ma verosimile, le considerazioni finali sono condivisibili e l'ultima pagina è veramente troppo graziosa.
Bello partire prevenuti e trovarsi poi con un buon romanzo, non certo un capolavoro, ma un'ottima lettura.
Conosco le sue trame, sempre coinvolgenti; confesso però stavolta di aver dovuto superare un certo fastidio suscitato dal titolo: che parrebbe annunciare una storia ‘horror’.
Ma ho fatto bene a vincere la ritrosia. La vicenda è invitante proprio perché oscura, ma non truculenta; anche se emana in ogni pagina un’atmosfera un po' plumbea, colorata sin dall'inizio dalla morte dolorosa e improvvisa della moglie del commissario chiamato a indagare su un vecchio duplice caso, solo apparentemente risolto.
La lettura procede lenta, ma mai noiosa: sottolineata da riflessioni anche psicologiche sulla vita in generale e ricca di notazioni mai superficiali sulla protagonista e sui personaggi che le si muovono attorno (i due mariti, il figlio), nonché sulla nuova esistenza del commissario: neo-vedovo e con cinque figli, sia pure grandi, cui in qualche modo badare.
Spesso i gialli vengono considerati una sottocategoria del romanzo. Non è questo il caso. Qui il racconto è denso, ampio, sostenuto da uno stile che sa narrare attraverso un sapiente gioco di fatti grandi e piccoli che suscitano attese e sorprese e l’uso di un linguaggio ben costruito, che conosce la psicologia umana, soprattutto nei suoi risvolti più ‘ombrosi’ e sofferti.
Una conferma di quanto sopra è che, chiuse le pagine del libro, le due figure della ‘squartatrice’ e del commissario non scompaiono immediatamente, ma restano, almeno per un po’, a fare compagnia al lettore. Ed è una compagnia in qualche modo ‘dolce’: come se si fosse costruito un legame non solo cartaceo.
La trama è ben strutturata, equilibrata, con un buon colpo di scena finale, personaggi ben delineati e scrittura fluida e piacevole.
Sono però d'accordo con altri recensori che parlano di stanchezza della serie. In effetti, la parte dell'elaborazione del lutto di Barbarotti non mi ha convinta troppo; il suo dialogo con Dio, che negli altri episodi era ironico e divertente, diventa qui un po' troppo insistito, con troppe frasi bibliche, addirittura voci che incitano e avvertono e lettere post-mortem arrivate per indicare al povero ispettore depresso la strada per risollevarsi.
Nesser ha affermato che la serie Barbarotti è terminata e, a mio parere, ciò è un bene per non rischiare di appannare le prove precedenti, tutte molto buone.
- L'uomo senza un cane.
- Era tutta un'altra storia.
- L'uomo con due vite.
- L'uomo che odiava i martedì .
Non posso dire che questo personaggio mi piaccia particolarmente e trovo un po' pesanti i continui riferimenti ai Salmi e alla Bibbia, ma a parte questo il libro è veramente molto buono.
Si potrebbe definire un cold case, ma non è solo questo. Ci sono vari protagonisti che raccontano la loro storia in prima persona e solo alla fine le vicende si intrecciano e gli enigmi si svelano.
Qualche personaggio fa una velocissima comparsa e poi sparisce...forse sono stati protagonisti di libri precedenti? A parte questo piccolo "neo", la storia scorre, lasciandoti pieno di domande e di interrogativi fino al colpo di scena finale.
Prosa scorrevole, tradotta bene (a parte qualche congiuntivo confuso con il condizionale, ma è frequente...)
Lo consiglio e di sicuro suggerisco di leggere altri libri di questo scrittore