
Via libera
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Hanno tra i sedici e i diciassette anni e non permettono a nessuno di dire che l'adolescenza è la più bella età della vita. Non lo è per Davide, che ha perso il padre ed è cresciuto al CEP, sul lato sbagliato di Cagliari, prima di finire al minorile per una storia di lame.
Non lo è per Chanel, che si vergogna del proprio nome e dal CEP è andata via grazie all'uomo che l'ha messa al mondo: Marione Santorsola detto su Becchinu. Vecchia gloria del pugilato e leggenda della piccola malavita, Marione ha chiuso col passato e ha aperto una palestra poco fuori dal quartiere. Ma l'adolescenza è complicata pure per Filippo, un rampollo di buona famiglia, che ha il vizio della coca, frequenta delinquenti di periferia e si atteggia a balordo. Davide boxa e sogna di tirarsi fuori dal CEP a furia di pugni.
Chanel ha imparato a boxare dal padre e sogna di diventare scrittrice. Filippo sogna l'ultima "miss Cagliari" e dovrà imparare a combattere. Basta un niente e le vite dei tre deragliano. Tutti hanno un conto da regolare: Davide con il tipo che ha accoltellato, Filippo con quelli che credeva amici e invece l'hanno fregato, Chanel con le coetanee ricche che la disprezzano. Nella palestra di su Becchinu le loro esistenze si intrecceranno come i corpi che "legano" sul ring, mentre l'amore manda i cuori al tappeto. A neanche trent'anni, Lorenzo Scano compone un noir tagliente quanto certe "barre" del rap old school e romantico al pari dell'epica della strada.
Via libera è il manifesto implacabile di una generazione smarrita tra Instagram e il selciato.
- Durata13 ore e 14 minuti
- Data di uscita su Audible9 novembre 2022
- LinguaItaliano
- ASINB0BLJBV9SR
- VersioneEdizione integrale
- Tipo di programmaAudiobook Audible

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Dettagli prodotto
Durata | 13 ore e 14 minuti |
---|---|
Autore | Lorenzo Scano |
Narratore | William Angiuli |
Data di pubblicazione su Audible.it | 09 novembre 2022 |
Editore | Mondadori Libri S.p.A. |
Tipo di programma | Audiobook Audible |
Versione | Edizione integrale |
Lingua | Italiano |
ASIN | B0BLJBV9SR |
Posizione nella classifica Bestseller di Amazon | n. 10,619 in Passaggio all'età adulta |
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Recensito in Italia il 10 luglio 2021
-
Migliori recensioni
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Prime due pagine...
"Ma anvedi sto giovanotto" pensando tra me e il libro, "macché davvero s'aspetta che io capisca tutti sti termini dialettali sardi?
Io so romano e pigro, mica posso perde tutto sto tempo."
E invece il tempo ce lo perdo, perché è stimolante farlo e perché capisco le reali intenzioni di Scano.
Lorenzo ama la sua città in modo talmente viscerale, da fargli ostentare un orgoglio territoriale, che non ammette facoltà di scelta o diritto di replica.
Lui non chiede comprensione al lettore, la pretende.
E quando uno ama in questo modo intenso, generalmente riesce nel proprio intento.
Dopo 20 pagine, a mia insaputa, conoscevo quasi tutti i quartieri di Cagliari.
A metà opera sorridevo del gergo dialettale, oramai padroneggiandolo discretamente.
A fine libro mi son sentito cittadino onorario di Casteddu...e mi è venuta voglia di visitarla davvero, prima o poi.
Entrare nel bar de "is amigusu" con la mia faccia da bonaccione e farmi voler bene,
possibilmente non infastidendo nessuno,
per ovvi motivi relativi l'incolumità personale.
Il linguaggio narrativo utilizzato è di una naturalezza affascinante. Una scrittura pensata, informale, slegata da convenzioni, che si veste del carattere dei personaggi. Lorenzo scrive come pensano loro ed il metodo è funzionale a far entrare il lettore in empatia.
La storia è potente, attuale, localizzata nel territorio, ma anche con tratti universali.
È principalmente la vicenda di tre ragazzi:
Davide, Chanel e Filippo.
I primi due figli di due ex criminali amici tra loro (Gigi "bonanima", perché morto di malattia in carcere e l'iconico Marione "su becchinu" Santorsola), mentre Filippo è un figlio di papà, facente parte de la crème di Cagliari. Un Pariolino viziato, per dirla con il gergo di queste parti.
Tutti e tre sono accomunati dalla ricerca di un qualcosa che manca loro: redenzione e riscatto.
Redenzione per i peccati commessi, propri o dei rispettivi padri. Riscatto rispetto alla vita che hanno condotto i genitori. La stessa vita che, se non sovvertiranno il proprio destino, saranno costretti a replicare, loro malgrado.
Persino Filippo, che in teoria con gli altri due non dovrebbe avere nulla a che spartire, una volta entrato in contatto con quei "burdi", viene inquinato positivamente da questa esigenza di cambiamento. Perché anche lui ha di ché farsi perdonare, agli occhi di un padre distratto (e forse colpevole, quanto se non di più, dei criminali di cui sopra), rappresentando a pieno titolo, lo squallore della gioventù benestante cagliaritana.
Chanel e i suoi pugni chiusi, figli di insoddisfazione e rabbia repressa, sogna di essere una scrittrice.
Davide e il suo peccato originale, con il fantasma di papà Gigi sempre presente, sogna di fare il pugile.
Filippo e il suo deretano nella Nutella e la sua indolenza da benestante senza sudore, sogna di essere un uomo diverso.
A questo aspirano i tre.
Ma sarà una ricerca ricca di insidie, trappole, pericoli, vicoli oscuri da evitare, apparentemente inevitabili.
Ad azione segue reazione, non c'è una via di fuga in determinati contesti.
Eludere il proprio corredo genetico, le proprie sovrastrutture, il mondo che si è assorbito da infanti, non è affar semplice.
Di questi tempi men che mai.
Sullo sfondo delle vicende portanti, c'è una denuncia plateale e giustificata del diffondersi della droga a livello trasversale, sia anagrafico, che sociale.
Non esiste piano sociale dove la coca non regni e non esiste età minima, sotto la quale non venga consumata.
L'aspetto più inquietante riguarda le giovani generazioni, divise anche in questo caso in mondi paralleli, ma confluenti.
Da una parte i grezzi, ma grezzi davvero
e dall'altra la crème de la crème.
Da un lato le baby gang, formate da pischelli senza arte né parte, dediti al crimine violento, senza che abbiano la minima coscienza di quel che stanno facendo e di cosa potrebbero causare con le proprie azioni.
Dall'altro lato i tanti ragazzini di oggi, dotati di presunta normalità, che si drogano, prostituiscono per spiccioli, si riducono ad essere schiavi della propria immagine social. Totalmente privi di ideali ed anche di una vaga idea, circa il loro futuro.
Una visione edonistica della vita, frutto di miti sbagliati, scarso interesse verso la cultura e un'assenza genitoriale quanto mai preoccupante.
Una denuncia forte, per la quale ringrazio l'autore.
Un noir color pece , dunque...questo "Via libera".
Nero, come la notte della periferia cagliaritana e senza lampioni.
Eppure non mancano momenti di pura poesia, almeno...io li ho visti.
Dove? Non certo nelle baby gang o nel mondo di Filippo, fatto di sesso a prezzo di saldo e noia sul non saper come sperperare i soldi di paparino.
La poesia l'ho scorta nella descrizione dei criminali della vecchia guardia, dei quali "su becchinu" Mario Santorsola, padre di Chanel, rappresenta la figura più simbolica .
Anch'egli un uomo, di nuovo tema ricorrente, ossessionato dal desiderio cambiamento: vuol trasformarsi da gigante cattivo a gigante (più o meno) buono.
Una figura mastodontica, che ha del mitico, quasi del mitologico e un'entità che sarà presente nei racconti per decine di anni, in memoria delle sue gesta brutali, al limite del verosimile.
Un uomo capace di un amore incondizionato verso la figlia "sa sposa" Chanel o verso un amico, ma anche di cedere, come durante il suo torbido passato, alla tentazione della violenza più turpe.
Ad azione segue reazione, anche per la vecchia guardia.
Anche se sono in pensione in qualità di criminali, il loro modus operandi del pensiero non potrà mai cambiare.
Certamente Marione o Gigi (bonanima, che destro fulminante che aveva) o Rinaldo o Roby e tutti gli altri del bar de "is amigusu" sono figli di un'epoca diversa.
Frutto di una criminalità si feroce, ma anche con desinenze quasi romantiche.
Tempi in cui l'amicizia rappresentava almeno un valore, se non il valore più importante in assoluto.
A volte tradita, ma l'amicizia restava sempre.
Una criminalità, per citare un esempio, in cui un tizio spacca un dente ad un compare con un cazzotto e per farsi perdonare glielo ricompra d'oro, quel dente mancante.
E tornano più amici di prima, tornano (ripetizione del verbo a fine periodo, altra chicca ben riuscita di Scano).
Tempi dove si piange per un compagno scomparso a distanza di 20 anni, perché ucciso dal mostro dell'eroina.
Oppure, tornando al presente, un Marione che regala 50 euro a "sa sposa" Chanel per farle acquistare dei libri...che soldi più buttati di quelli, per lui che non ne ha mai aperto uno di libro, non esistono.
Ci prova anche lui, Marione, a cambiare.
Restando sempre nel CEP e cambiando.
Non cambiando il CEP, cambiando egli stesso.
Aprendo una palestra e facendo le cose per bene. Cercando, tramite la nobile arte del pugilato, di salvaguardare "sa sposa" e di insegnare lo spirito di sacrificio, la disciplina a queste nuove generazioni, in preda ad uno smarrimento senza speranza.
Ma anche per "su becchinu" sarà dura.
Molto dura.
Chiudere i conti con un passato,che non passa.
Una mentalità che si attenua, ma non scompare mai del tutto.
Il mio giudizio finale su "Via libera" è che trattasi di un libro molto bello, intenso e scritto in modo originale.
Un noir palpitante, attuale con venature antiche, dotato di una forza evocativa notevole e con un crescendo finale da crampi allo stomaco.
State pronti...
Scano ha le stigmate del talento, su questo non ci sono dubbi.
Il libro non è perfetto, ma perfettibile.
Alcuni episodi avrebbero potuto essere descritti, parere personale, in modo più approfondito.
Il risultato finale è comunque più che degno delle enormi potenzialità dell'autore, in attesa di una crescita professionale a mio parere inevitabile.
Voto: Otto e m...
Un secondo, che mi stanno videocitofonando.
Un omone enorme appare in video.
Marione...
"Solo otto e mezzo?
Ma candu mai..."
"E vabbè Mariò, nun te arrabbià.
Lo alzo il voto, sta bono"
"Eja"
Eccomi.
Ehmm... Stavo dicendo?
Ah già, il voto finale.
10, decisamente.
10 e pure di più.
Eja.

Recensito in Italia 🇮🇹 il 10 luglio 2021
Prime due pagine...
"Ma anvedi sto giovanotto" pensando tra me e il libro, "macché davvero s'aspetta che io capisca tutti sti termini dialettali sardi?
Io so romano e pigro, mica posso perde tutto sto tempo."
E invece il tempo ce lo perdo, perché è stimolante farlo e perché capisco le reali intenzioni di Scano.
Lorenzo ama la sua città in modo talmente viscerale, da fargli ostentare un orgoglio territoriale, che non ammette facoltà di scelta o diritto di replica.
Lui non chiede comprensione al lettore, la pretende.
E quando uno ama in questo modo intenso, generalmente riesce nel proprio intento.
Dopo 20 pagine, a mia insaputa, conoscevo quasi tutti i quartieri di Cagliari.
A metà opera sorridevo del gergo dialettale, oramai padroneggiandolo discretamente.
A fine libro mi son sentito cittadino onorario di Casteddu...e mi è venuta voglia di visitarla davvero, prima o poi.
Entrare nel bar de "is amigusu" con la mia faccia da bonaccione e farmi voler bene,
possibilmente non infastidendo nessuno,
per ovvi motivi relativi l'incolumità personale.
Il linguaggio narrativo utilizzato è di una naturalezza affascinante. Una scrittura pensata, informale, slegata da convenzioni, che si veste del carattere dei personaggi. Lorenzo scrive come pensano loro ed il metodo è funzionale a far entrare il lettore in empatia.
La storia è potente, attuale, localizzata nel territorio, ma anche con tratti universali.
È principalmente la vicenda di tre ragazzi:
Davide, Chanel e Filippo.
I primi due figli di due ex criminali amici tra loro (Gigi "bonanima", perché morto di malattia in carcere e l'iconico Marione "su becchinu" Santorsola), mentre Filippo è un figlio di papà, facente parte de la crème di Cagliari. Un Pariolino viziato, per dirla con il gergo di queste parti.
Tutti e tre sono accomunati dalla ricerca di un qualcosa che manca loro: redenzione e riscatto.
Redenzione per i peccati commessi, propri o dei rispettivi padri. Riscatto rispetto alla vita che hanno condotto i genitori. La stessa vita che, se non sovvertiranno il proprio destino, saranno costretti a replicare, loro malgrado.
Persino Filippo, che in teoria con gli altri due non dovrebbe avere nulla a che spartire, una volta entrato in contatto con quei "burdi", viene inquinato positivamente da questa esigenza di cambiamento. Perché anche lui ha di ché farsi perdonare, agli occhi di un padre distratto (e forse colpevole, quanto se non di più, dei criminali di cui sopra), rappresentando a pieno titolo, lo squallore della gioventù benestante cagliaritana.
Chanel e i suoi pugni chiusi, figli di insoddisfazione e rabbia repressa, sogna di essere una scrittrice.
Davide e il suo peccato originale, con il fantasma di papà Gigi sempre presente, sogna di fare il pugile.
Filippo e il suo deretano nella Nutella e la sua indolenza da benestante senza sudore, sogna di essere un uomo diverso.
A questo aspirano i tre.
Ma sarà una ricerca ricca di insidie, trappole, pericoli, vicoli oscuri da evitare, apparentemente inevitabili.
Ad azione segue reazione, non c'è una via di fuga in determinati contesti.
Eludere il proprio corredo genetico, le proprie sovrastrutture, il mondo che si è assorbito da infanti, non è affar semplice.
Di questi tempi men che mai.
Sullo sfondo delle vicende portanti, c'è una denuncia plateale e giustificata del diffondersi della droga a livello trasversale, sia anagrafico, che sociale.
Non esiste piano sociale dove la coca non regni e non esiste età minima, sotto la quale non venga consumata.
L'aspetto più inquietante riguarda le giovani generazioni, divise anche in questo caso in mondi paralleli, ma confluenti.
Da una parte i grezzi, ma grezzi davvero
e dall'altra la crème de la crème.
Da un lato le baby gang, formate da pischelli senza arte né parte, dediti al crimine violento, senza che abbiano la minima coscienza di quel che stanno facendo e di cosa potrebbero causare con le proprie azioni.
Dall'altro lato i tanti ragazzini di oggi, dotati di presunta normalità, che si drogano, prostituiscono per spiccioli, si riducono ad essere schiavi della propria immagine social. Totalmente privi di ideali ed anche di una vaga idea, circa il loro futuro.
Una visione edonistica della vita, frutto di miti sbagliati, scarso interesse verso la cultura e un'assenza genitoriale quanto mai preoccupante.
Una denuncia forte, per la quale ringrazio l'autore.
Un noir color pece , dunque...questo "Via libera".
Nero, come la notte della periferia cagliaritana e senza lampioni.
Eppure non mancano momenti di pura poesia, almeno...io li ho visti.
Dove? Non certo nelle baby gang o nel mondo di Filippo, fatto di sesso a prezzo di saldo e noia sul non saper come sperperare i soldi di paparino.
La poesia l'ho scorta nella descrizione dei criminali della vecchia guardia, dei quali "su becchinu" Mario Santorsola, padre di Chanel, rappresenta la figura più simbolica .
Anch'egli un uomo, di nuovo tema ricorrente, ossessionato dal desiderio cambiamento: vuol trasformarsi da gigante cattivo a gigante (più o meno) buono.
Una figura mastodontica, che ha del mitico, quasi del mitologico e un'entità che sarà presente nei racconti per decine di anni, in memoria delle sue gesta brutali, al limite del verosimile.
Un uomo capace di un amore incondizionato verso la figlia "sa sposa" Chanel o verso un amico, ma anche di cedere, come durante il suo torbido passato, alla tentazione della violenza più turpe.
Ad azione segue reazione, anche per la vecchia guardia.
Anche se sono in pensione in qualità di criminali, il loro modus operandi del pensiero non potrà mai cambiare.
Certamente Marione o Gigi (bonanima, che destro fulminante che aveva) o Rinaldo o Roby e tutti gli altri del bar de "is amigusu" sono figli di un'epoca diversa.
Frutto di una criminalità si feroce, ma anche con desinenze quasi romantiche.
Tempi in cui l'amicizia rappresentava almeno un valore, se non il valore più importante in assoluto.
A volte tradita, ma l'amicizia restava sempre.
Una criminalità, per citare un esempio, in cui un tizio spacca un dente ad un compare con un cazzotto e per farsi perdonare glielo ricompra d'oro, quel dente mancante.
E tornano più amici di prima, tornano (ripetizione del verbo a fine periodo, altra chicca ben riuscita di Scano).
Tempi dove si piange per un compagno scomparso a distanza di 20 anni, perché ucciso dal mostro dell'eroina.
Oppure, tornando al presente, un Marione che regala 50 euro a "sa sposa" Chanel per farle acquistare dei libri...che soldi più buttati di quelli, per lui che non ne ha mai aperto uno di libro, non esistono.
Ci prova anche lui, Marione, a cambiare.
Restando sempre nel CEP e cambiando.
Non cambiando il CEP, cambiando egli stesso.
Aprendo una palestra e facendo le cose per bene. Cercando, tramite la nobile arte del pugilato, di salvaguardare "sa sposa" e di insegnare lo spirito di sacrificio, la disciplina a queste nuove generazioni, in preda ad uno smarrimento senza speranza.
Ma anche per "su becchinu" sarà dura.
Molto dura.
Chiudere i conti con un passato,che non passa.
Una mentalità che si attenua, ma non scompare mai del tutto.
Il mio giudizio finale su "Via libera" è che trattasi di un libro molto bello, intenso e scritto in modo originale.
Un noir palpitante, attuale con venature antiche, dotato di una forza evocativa notevole e con un crescendo finale da crampi allo stomaco.
State pronti...
Scano ha le stigmate del talento, su questo non ci sono dubbi.
Il libro non è perfetto, ma perfettibile.
Alcuni episodi avrebbero potuto essere descritti, parere personale, in modo più approfondito.
Il risultato finale è comunque più che degno delle enormi potenzialità dell'autore, in attesa di una crescita professionale a mio parere inevitabile.
Voto: Otto e m...
Un secondo, che mi stanno videocitofonando.
Un omone enorme appare in video.
Marione...
"Solo otto e mezzo?
Ma candu mai..."
"E vabbè Mariò, nun te arrabbià.
Lo alzo il voto, sta bono"
"Eja"
Eccomi.
Ehmm... Stavo dicendo?
Ah già, il voto finale.
10, decisamente.
10 e pure di più.
Eja.

Personaggi indimenticabili sia i protagonisti che i personaggi minori. Ima Cagliari descritta talmente bene che al lettore sembra davvero di esserci fisicamente in quei luoghi tanto e vivida la descrizione che l'autore ne fa. Stile di scrittura perfetto, agile a scattante, duro e diretto xon tocchi poetici e ironici che lo rendono molto belle. Finale in linea con il racconto, in parte di speranza e in parte no perché purtroppo certe cose continueranno a succedere sempre. Un libro da leggere assolutamente.
Inizialmente un po' noioso perché descrittivo, ma mano a mano che si va avanti è un piacere da scoprire e verso la fine è ricco di colpi di scena inaspettati.
Personaggi descritti magnificamente, ricchi di sfumature.
Consigliatissimo!!!