Arundhati Roy

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Libri di Arundhati Roy
Lingua:Libri ItalianiD la Repubblica
MAN BOOKER PRIZE 1997
«Un libro memorabile... ha la forza della verità dei sentimenti.»
D di Repubblica su Il dio delle piccole cose
«Sembra un torrente in piena, frutto della necessità naturale di raccontare.»
Il Sole 24 Ore su Il dio delle piccole cose
«Una straordinaria chiarezza di visione, una voce originale, una storia brillantemente costruita e magistralmente raccontata.»
Publishers Weekly su Il dio delle piccole cose
Ammu, figlia di un alto funzionario, lascia un marito violento e torna a casa con i suoi bambini, i gemelli Estha e Rahel, maschio e femmina. Ma nell’India meridionale dei tardi anni Sessanta, una donna divorziata come lei si ritrova priva di una posizione sociale riconosciuta, soprattutto se commette l’errore di innamorarsi di un paria. I gemelli vogliono bene a Velutha, l’intoccabile che la madre può amare solo in segreto, e attraverso il loro sguardo, capace di cogliere le piccole cose e i piccoli eventi, prende forma la storia di un grande amore, in cui si riflette il tema universale dei sentimenti in conflitto con le convenzioni. Nei loro pensieri e nelle loro parole risuona la critica più radicale a ogni legge che stabilisce chi si deve amare, e come, e quanto.
«Nelle mani di Arundhati le parole diventano armi, le armi dei movimenti di massa.»
Naomi Klein
«La polemica di Arundhati Roy è importante e necessaria... dobbiamo esserle grati per il suo coraggio e il suo talento.»
Salman Rushdie
«Gli scrittori di successo si accontentano del successo e cercano casomai di ripeterlo. Arundhati Roy si è servita del successo per farsi avanti come attivista dentro tante battaglie politiche ed ecologiche che riguardano il suo Paese e non solo...»
Goffredo Fofi, Il Sole 24 Ore
«Arundhati Roy oppone al terrore, a ogni terrore, la forza del sogno.»
La Stampa
«I suoi saggi sono la prova del suo talento come scrittrice e del suo coraggio di cittadina. Con la sua presenza e i suoi testi lotta contro un mondo che sceglie la guerra come strumento di governo e sceglie investimenti che in India come altrove distruggono l’ambiente e le economie locali.»
il Manifesto
«L’autrice è una donna che mette tutta se stessa nei suoi ideali. Con passione e rabbia.»
Chicca Gagliardo, Glamour
‘They all broke the rules. They all crossed into forbidden territory. They all tampered with the laws that lay down who should be loved, and how. And how much.’
This is the story of Rahel and Estha, twins growing up among the banana jam vats and peppercorns of their blind grandmother’s factory, and amid scenes of political turbulence in Kerala. Armed only with the innocence of youth, they fashion a childhood in the shade of the wreck that is their family: their lonely, lovely mother, their beloved Uncle Chacko (pickle baron, radical Marxist, bottom-pincher) and their sworn enemy, Baby Kochamma (ex-nun, incumbent grand-aunt).
Arundhati Roy’s Booker Prize-winning novel was the literary sensation of the 1990s: a story anchored to anguish but fuelled by wit and magic.
FROM THE BOOKER PRIZE WINNING AUTHOR OF THE GOD OF SMALL THINGS
LONGLISTED FOR THE WOMEN'S PRIZE FOR FICTION 2018
LONGLISTED FOR THE MAN BOOKER PRIZE 2017
NOMINATED FOR THE NATIONAL BOOK CRITICS CIRCLE AWARD FOR FICTION
LONGLISTED FOR THE CARNEGIE 2018
THE SUNDAY TIMES NUMBER ONE and THE NEW YORK TIMES BESTSELLER
'At magic hour; when the sun has gone but the light has not, armies of flying foxes unhinge themselves from the Banyan trees in the old graveyard and drift across the city like smoke...'
So begins The Ministry of Utmost Happiness, Arundhati Roy's incredible follow-up to The God of Small Things. We meet Anjum, who used to be Aftab, who runs a guest-house in an Old Delhi graveyard and gathers around her the lost, the broken and the cast out. We meet Tilo, an architect, who although she is loved by three men, lives in a 'country of her own skin' . When Tilo claims an abandoned baby as her own, her destiny and that of Anjum become entangled as a tale that sweeps across the years and a teeming continent takes flight...
'A sprawling kaleidoscopic fable' Guardian, Books of the Year
'Roy's second novel proves as remarkable as her first' Financial Times
'A great tempest of a novel... which will leave you awed by the heat of its anger and the depth of its compassion' Washington Post
Naomi Klein
«La polemica di Arundhati Roy è importante e necessaria... dobbiamo esserle grati per il suo coraggio e il suo talento.»
Salman Rushdie
C’è un luogo in India che, più di ogni altro, potrebbe assurgere a simbolo di una nazione trasformata dal boom degli ultimi decenni, uno sfacciato monumento alla ricchezza di pochissimi. Il libro parte proprio da qui, Antilla, la residenza del magnate Mukesh Ambani che, con i suoi ventisette piani di lusso, è la nuova reggia indiana. Ma la crescita economica non si è diffusa agli strati più poveri della popolazione; anzi, non ha fatto altro che acuire discriminazioni e disuguaglianze già presenti nella società. Non si può restare indifferenti quando Arundhati Roy descrive la guerra in atto per il possesso della terra nella giungla dell’India centrale sotto assedio, con trecentocinquantamila persone obbligate ad abbandonare i loro villaggi e migliaia di suicidi; le decine di migliaia di torturati e i settantamila morti in Kashmir. E dietro tutto questo si agitano i fantasmi che muovono i grandi capitali mondiali e manipolano le scelte della politica: le ricche fondazioni americane, la Banca Mondiale, le ONG. Con la sua inconfondibile penna, battagliera e avvincente, la Roy ci conduce fin nel cuore autentico dell’India, illuminando attraverso queste pagine il lato oscuro della democrazia più grande del mondo.
«Gli scrittori di successo si accontentano del successo e cercano casomai di ripeterlo. Arundhati Roy si è servita del successo per farsi avanti come attivista dentro tante battaglie politiche ed ecologiche che riguardano il suo Paese e non solo...»
Goffredo Fofi, Il Sole 24 Ore
«Arundhati Roy oppone al terrore, a ogni terrore, la forza del sogno.»
La Stampa
«I suoi saggi sono la prova del suo talento come scrittrice e del suo coraggio di cittadina. Con la sua presenza e i suoi testi lotta contro un mondo che sceglie la guerra come strumento di governo e sceglie investimenti che in India come altrove distruggono l’ambiente e le economie locali.»
il Manifesto
«L’autrice è una donna che mette tutta se stessa nei suoi ideali. Con passione e rabbia.»
Chicca Gagliardo, Glamour
PUBLISHERS WEEKLY
«Il 2017 segna l'atteso ritorno di una delle scrittrici indiane più amate.»
IL SOLE 24 ORE
«Arundhati Roy crea un mondo in cui i personaggi varcano confini di etnia, religione e genere per trovare, davvero, quella suprema felicità di cui parla il titolo del romanzo.»
KIRKUS REVIEWS
«Siamo solo a metà del 2017, ma so per certo che Il ministero della suprema felicità sarà il mio libro dell’anno e degli anni a venire.»
Catherine Dunne
VENT’ANNI DOPO IL DIO DELLE PICCOLE COSE
IL NUOVO ROMANZO DI ARUNDHATI ROY
Il ministero della suprema felicità ci accompagna in un lungo viaggio nel vasto mondo dell’India: dagli angusti quartieri della vecchia Delhi agli scintillanti centri commerciali della nuova metropoli, fino alle valli e alle cime innevate del Kashmir dove la guerra è pace, la pace è guerra e occasionalmente viene dichiarato lo «stato di normalità».
Anjum, nuova incarnazione di Aftab, srotola un consunto tappeto persiano nel cimitero cittadino che ha eletto a propria dimora. Una bambina appare all’improvviso su un marciapiede, poco dopo mezzanotte, in una culla di rifiuti. L’enigmatica S. Tilottama è una presenza forte ma è anche un’assenza amara nelle vite dei tre uomini che l’hanno amata: tra loro Musa, il cui destino è indissolubilmente intrecciato al suo.
Dolente storia di sentimenti e insieme vibrante protesta, Il ministero della suprema felicità si snoda tra sussurri e grida, tra lacrime e sorrisi. I suoi eroi, spezzati dalla realtà in cui vivono, si salvano grazie a una cura fatta di gesti d’amore e di speranza. Ed è per questa ragione che, malgrado la loro fragilità, non si arrendono. Questa storia profondamente umana reinventa ciò che un romanzo può fare e può essere, e riafferma ad ogni pagina le doti narrative di Arundhati Roy.
Arundhati Roy è l’autrice del romanzo Il dio delle piccole cose, che ha vinto nel 1997 il Booker Prize ed è stato tradotto in 40 lingue. Da allora ha scritto libri di non fiction: La fine delle illusioni, Guerra è pace, Guida all’impero per la gente comune, L’impero e il vuoto, La strana storia dell’assalto al parlamento indiano, Quando arrivano le cavallette, In marcia con i ribelli, I fantasmi del capitale e Cose che si possono e non si possono dire (con John Cusack). Vive a New Delhi. Tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Guanda.
«Arundhati Roy è fra gli intellettuali più determinati e originali del nostro tempo.»
Naomi Klein
«Arundhati Roy è una scrittrice che non conosce la paura. E in questo libro – in cui si fa appello alla giustizia, alla testimonianza, a un’umanità autentica – si esprime al meglio.»
Junot Diaz
«La polemica di Arundhati Roy è importante e necessaria… dobbiamo esserle grati per il suo coraggio e il suo talento»
Salma Rushdie
«Arundhati Roy si domanda se le nostre democrazie, ormai avvizzite, siano ‘l’ultimo stadio della razza umana’ e spiega perché questo rischio sia da prendere molto sul serio»
Noam Chomsky
Il mio cuore sedizioso raccoglie vent’anni dell’opera di Arundhati Roy, un lungo periodo in cui la scrittrice ha scelto l’inchiesta, il saggio politico, la testimonianza personale, il resoconto narrativo, come mezzi per condurre le sue battaglie per la giustizia, i diritti e la libertà in un contesto che diventava sempre più ostile. Nell’insieme, il volume traccia una parabola che comincia dalla vittoria del Booker Prize con Il dio delle piccole cose per finire con l’ultimo romanzo, Il ministero della suprema felicità: un percorso di vita e di scrittura nel segno della compassione, della solidarietà e del coraggio.
Incisiva e diretta, la voce dell’autrice si è sempre levata in difesa della collettività, dei popoli e delle loro terre, a dispetto della logica distruttiva delle potenti corporazioni finanziarie, sociali, religiose, militari e politiche.
In costante dialogo con i temi e le ambientazioni dei suoi romanzi, dei quali hanno il fascino e la ricchezza espressiva, questi scritti documentano il viaggio di Arundhati Roy in India e nel mondo, a partire da La fine delle illusioni, che apre la raccolta, per arrivare a Il mio cuore sedizioso, che la conclude.
Salman Rushdie
«Una delle più grandi scrittrici del nostro tempo.»
Naomi Klein
Azadi è la parola urdu per libertà: un inno, una preghiera. Ma anche un grido che ha invaso le strade del Kashmir – contro quella che è considerata l’occupazione indiana – e che poi ha trovato eco per le strade dell’India nella voce degli oppositori al nazionalismo indù. Nel momento in cui Arundhati Roy ha iniziato a chiedersi se ci fosse un collegamento tra queste due richieste di libertà, le strade e le piazze di tutto il mondo si sono zittite di fronte a un nemico invisibile e potentissimo, il Covid-19, che ha fermato l’intero pianeta come niente altro prima, rivelandone le ingiustizie e le contraddizioni. Tuttavia, sostiene l’autrice, ogni pandemia è un portale verso una realtà alternativa, un’occasione per ripensare il presente che ci siamo costruiti. Possiamo decidere di attraversarlo portandoci dietro le nostre guerre, i pregiudizi, gli odi, i fiumi e le foreste agonizzanti, nel desiderio di tornare alla normalità. Oppure possiamo attraversarlo alleggeriti, pronti a mettere in dubbio i valori che abbiamo seguito fino a oggi. In questo nuovo libro, Arundhati Roy ci spinge a riflettere sul significato della parola libertà all’interno di società sempre più autoritarie e a immaginare un mondo nuovo. Un libro che, insieme a noi, ha attraversato il portale della pandemia.
FROM THE BEST-SELLING AUTHOR OF MY SEDITIOUS HEART AND THE MINISTRY OF UTMOST HAPPINESS, A NEW AND PRESSING DISPATCH FROM THE HEART OF THE CROWD AND THE SOLITUDE OF A WRITER'S DESK
The chant of 'Azadi!' - Urdu for 'Freedom!' - is the slogan of the freedom struggle in Kashmir against what Kashmiris see as the Indian Occupation. Ironically, it also became the chant of millions on the streets of India against the project of Hindu Nationalism.
Even as Arundhati Roy began to ask what lay between these two calls for Freedom - a chasm or a bridge? - the streets fell silent. Not only in India, but all over the world. The Coronavirus brought with it another, more terrible understanding of Azadi, making a nonsense of international borders, incarcerating whole populations, and bringing the modern world to a halt like nothing else ever could.
In this series of electrifying essays, Arundhati Roy challenges us to reflect on the meaning of freedom in a world of growing authoritarianism.
The essays include meditations on language, public as well as private, and on the role of fiction and alternative imaginations in these disturbing times. The pandemic, she says, is a portal between one world and another. For all the illness and devastation it has left in its wake, it is an invitation to the human race, an opportunity, to imagine another world.
E LIBERTA’ DI ESPRESSIONE DEI CITTADINI:
UNA SFIDA APERTA
«Nelle mani di Arundhati le parole diventano armi.»
Naomi Klein
«Un incontro straordinario.»
The NEw York Times
Nell’inverno del 2014, l’attore americano John Cusack, da sempre impegnato sul fronte dei diritti civili, ha un’idea. Far incontrare i due più celebri whistleblower americani, due fedeli servitori del governo statunitense che in epoche diverse hanno avuto il coraggio di renderne pubblici gli abusi: Daniel Ellsberg, il funzionario del Pentagono che nel 1971 rivelò i piani della guerra in Vietnam, e Edward Snowden, l’informatico ed ex tecnico della CIA che nel 2013 denunciò le intercettazioni a tappeto condotte dalla National Security Agency. All’incontro sarà invitata anche Arundhati Roy, una delle voci più chiare e implacabili che si sono levate negli ultimi anni contro la politica imperialista di molti stati, in linea con la posizione di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks. Da questo «contro-summit» nasce un libro potente e provocatorio, che interroga tutti noi: che significato hanno davvero le bandiere, il patriottismo, le grandi organizzazioni internazionali? Quale ruolo ricoprono il dissenso e la ricerca della verità in una realtà in cui il denaro può liberamente varcare limiti e confini sociali, culturali, geografici, mentre le persone e le parole non possono farlo?
An impassioned manifesto from the author of Booker-winner God of Small Things, one of the most vocal campaigners in the world.
India is a nation of 1.2 billion, but the country’s 100 richest people own assets equivalent to one-fourth of India’s gross domestic product. The rest of the population are ghosts within a system beyond their control. This includes the millions that live on less than $2 a day; or the hundreds of thousands of farmers who commit suicide, unable to escape ruinous debts; where dalits are driven from their villages because the owners want to turn the land to agribusiness. These are examples of a ‘gush up’ economy that has corrupted contemporary India. Capitalism: A Ghost Story examines the dark side of democracy, and shows how the demands of globalized capitalism has subjugated billions of people to racism and exploitation. It is a ferocious attack on the mega corporations that treat India’s natural resources like robber barons, and how they have been able to influence every part of the nation from the government to the army in the rush for profit. But, as Arundhati Roy passionately argues, capitalism is in crisis. The cracks are starting to show in its façade.
Naomi Klein
«La polemica di Arundhati Roy è importante e necessaria... dobbiamo esserle grati per il suo coraggio e il suo talento.»
Salman Rushdie
I misteri dell'India: non quelli esotici di Salgari e della giungla nera, ma quelli molto moderni, globalizzati e crudeli di questo grande paese che, nel suo slancio verso un radioso futuro, rischia di calpestare la propria democrazia e i propri cittadini, cedendo al fanatismo nazionalista. L'India di Arundhati Roy, scrittrice coraggiosa e reporter implacabile, è molto diversa dall'immagine luccicante offerta dalle fonti ufficiali. In questa nuova raccolta di saggi ci si trova di fronte ad avvenimenti e situazioni scottanti: apparati dello Stato deviati che inscenano falsi attentati e un «11 settembre asiatico», magistrati corrotti e più attenti al bene delle multinazionali che a quello della giustizia, giornalisti asserviti ai poteri forti, poliziotti che non esitano a scatenare pogrom contro le minoranze etniche e religiose, un'intera area - il Kashmir - dove i diritti civili sono sospesi e la guerra contro il Pakistan è una minaccia perenne, con ricorrenti scoppi di violenze. Un quadro cupo e inquietante ma non privo di speranze, perché tanti, come la Roy, lottano in nome della libertà, della verità, della pace. Con il suo consueto stile acuto e, allo stesso tempo, venato di una sottile ironia, Arundhati Roy cerca di guidare il lettore occidentale nel complesso intrico di politica, religione, società ed economia della «più grande democrazia del mondo».
«Gli scrittori di successo si accontentano del successo e cercano casomai di ripeterlo. Arundhati Roy si è servita del successo per farsi avanti come attivista dentro tante battaglie politiche ed ecologiche che riguardano il suo Paese e non solo...»
Goffredo Fofi, Il Sole 24 Ore
«Arundhati Roy oppone al terrore, a ogni terrore, la forza del sogno.»
La Stampa
«I suoi saggi sono la prova del suo talento come scrittrice e del suo coraggio di cittadina. Con la sua presenza e i suoi testi lotta contro un mondo che sceglie la guerra come strumento di governo e sceglie investimenti che in India come altrove distruggono l’ambiente e le economie locali.»
il Manifesto
«L’autrice è una donna che mette tutta se stessa nei suoi ideali. Con passione e rabbia.»
Chicca Gagliardo, Glamour
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