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Traduzione e cura di Emanuele Trevi
Ecco il mio segreto. È molto semplice: si vede bene solo con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.
Il Piccolo Principe è la storia dell’incontro in mezzo al deserto tra un aviatore e un buffo ometto vestito da principe che è arrivato sulla Terra dallo spazio. Ma c’è molto di più di una semplice amicizia in questo libro surreale, filosofico e magico.
C’è la saggezza di chi guarda le cose con occhi puri, la voce dei sentimenti che parla la lingua universale, e una sincera e naturale voglia di autenticità.
Perché la bellezza, quando non è filtrata dai pregiudizi, riesce ad arrivare fino al cuore dei bambini, ma anche a quello degli adulti che hanno perso la capacità di ascoltare davvero.
Antoine de Saint-Exupéry
(Lione, 29 giugno 1900 – mar Mediterraneo, 31 luglio 1944), è stato uno scrittore e aviatore francese. Oltre a Il Piccolo Principe, uno dei libri più letti e amati nel mondo, è anche autore di Volo di notte e L’aviatore pubblicati in volume unico da Newton Compton editori.
L’idea del libro nacque probabilmente a tavola, in uno dei ristoranti che l’autore frequentava in compagnia di Elisabeth, sua moglie, e di Reynal, l’editore. Saint-Exupéry disegnava spesso sui tovaglioli un piccolo sal-timbanco che, avvolto in una sciarpa svolazzante al vento, poggiava i piedi nell’aria. Forse fu Reynal a sug-gerire di trasportare in un libro per bambini quel «ragazzino nomade», o forse fu Elisabeth. Fatto sta che, nell’estate e nell’autunno del 1942, Saint-Exupéry lavorò alacremente al progetto «con una dedizione quasi pazza, stando sveglio intere notti, ingurgitando caffè nero e fumando un numero smodato di sigarette condite dal gin» (il manifesto). Il libro ha l’aspetto di una favola, ma è in realtà un «romanzo filosofico» che affronta i temi eterni della condizione umana: la solitudine, il senso della vita, il significato dell’amore e dell’amicizia.
Nel 1946, a guerra finita, Gallimard diede alle stampe l’edizione francese dell’opera. Saint- Exupéry non ebbe dunque il tempo di vederla pubblicata in patria né di assistere al suo strabiliante successo.
Tradotto in più di duecento lingue e dialetti (tra cui l’esperanto), viene riproposto in una nuova accurata tra-duzione integrale, condotta sulla base dell’edizione originale dell’opera e illustrata dagli acquerelli di Saint-Exupéry.
Tra i cento libri del Novecento»
le Monde
«Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry continua a incantare i piccini e a sorprendere i grandi».
Corriere della Sera
«Un testo senza età che a ogni lettura svela sfumature di significato diverse se lette con gli occhi e la mente di un bambino piuttosto che di un adolescente o di un adulto».
la Repubblica
With an introduction by Kate Mosse
Translated by Ros Schwartz
All grown-ups were children once (but most of them have forgotten).
A pilot who has crash landed in the desert awakes to see an extraordinary little boy. 'Please,' asks the stranger, 'will you draw me a little lamb!' Baffled by the little prince's incessant questioning, the pilot pulls out his pencil, and starts to draw. As the little prince's curiosity takes them further on their journey together, the pilot is able to piece together an understanding of the tiny planet from which the prince has come and of his incredible travels across the universe.
First published in 1943, The Little Prince by Antoine de Saint-Exupéry has been translated into more than 250 languages, becoming a global phenomenon. Heart-breaking, funny and thought-provoking, it is an enchanting and endlessly wise fable about the human condition and the power of imagination. A book about both childhood and adulthood, it can be read as a parable, a war story, a classic children's fairy-tale, and many more things besides: The Little Prince is a book for everyone; after all, all grown-ups were children once.
'The Little Prince moves from asteroid to desert, from fable and comedy to enigmatic tragedy, in order to make one recurrent point: You can't love roses. You can only love a rose' Adam Gopnik, New Yorker
«Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide. Per altri non sono che delle piccole luci. Per altri, che sono dei sapienti, sono dei problemi. Per il mio uomo d’affari erano dell’oro. Ma tutte queste stelle stanno zitte. Tu, tu avrai delle stelle come nessuno ha» «Che cosa vuoi dire?» «Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!»
The Sahara desert is the scenery of Little Prince’s story. The narrator’s plane has crashed there and he has scarcely some food and water to survive. Trying to comprehend what caused the crash, the Little Prince appears. The serious blonde little boy asks to draw him a sheep. The narrator consents to the strange fellow’s request. They soon become friends and the Little Prince informs the pilot that he is from a small planet, the asteroid 325, talks to him about the baobabs, his planet volcanoes and the mysterious rose that grew on his planet. He also talks to him about their friendship and the lie that evoked his journey to other planets.
neither man nor really boy, who, it emerges over time, has travelled from his solitary home on a distant
asteroid, where he lives alone with a single rose. The rose has made him so miserable that, in torment,
he has taken advantage of a flock of birds to convey him to other planets. He is instructed by a wise
if cautious fox, and by a sinister angel of death, the snake.”—Adam Gopnik, The New Yorker
Saint-Exupéry a écrit initialement ce texte pour la préface d’un roman de son meilleur ami, Léon Werth : « Trente-trois jours ». Ce dernier est alors réfugié dans le Jura durant l’automne 1940 du fait de ses origines juives. Son livre ne paraîtra cependant pas et l’écrivain a remanié alors considérablement sa préface en supprimant toute référence directe à son ami, qui devient alors anonyme dans le texte, et symbolise ainsi le Français « otage » de l’occupant. Cette version a été publiée en juin 1943 de manière autonome. L’œuvre est composée de six courts chapitres, reprenant les éléments récents de la vie de l’écrivain (voyage au Portugal, évocation du Sahara, séjour aux États-Unis…), y mêlant des références à son amitié pour le dédicataire et son attachement à son pays.
Un classico senza tempo, qui presentato in una nuova traduzione e con uno scritto di Paul Nizan.
S'ouvre alors un monde étrange et poétique, peuplé de métaphores, décrit à travers les paroles d'un "petit prince" qui porte aussi sur notre monde à nous un regard tout neuf, empli de naïveté, de fraîcheur et de gravité. Très vite, vous découvrez d'étranges planètes, peuplées d'hommes d'affaires, de buveurs, de vaniteux, d'allumeurs de réverbères.
Cette évocation onirique, à laquelle participent les aquarelles de l'auteur, a tout d'un parcours initiatique, où l'enfant apprendra les richesses essentielles des rapports humains et le secret qui les régit : "On ne voit bien qu'avec le coeur, l'essentiel est invisible pour les yeux." Oeuvre essentielle de la littérature, ce livre de Saint-Exupéry est un ouvrage que l'on aura à coeur de raconter à son enfant, page après page, histoire aussi de redécouvrir l'enfant que l'on était autrefois, avant de devenir une grande personne ! Xavier Marciniak
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