Alba De Céspedes

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Libri di Alba De Céspedes
Lingua:Libri Italiani«Ho fatto male a comperare questo quaderno, malissimo. Ma ormai è troppo tardi per rammaricarmene, il danno è fatto»: con queste parole inizia il suo diario Valeria Cossati, la protagonista di questo romanzo, una donna della classe media nell'Italia degli anni Cinquanta. Poco più di quarant'anni, due figli grandi, un marito disattento, un lavoro d'ufficio che svolge senza apparente passione, Valeria è assorbita dal ritmo "naturale" della quotidianità piccolo-borghese, schiacciata, senza quasi rendersene conto, tra i suoi ruoli di moglie, madre, impiegata.
Un giorno però, colta da un impulso che a lei stessa appare irragionevole e inspiegabile, acquista un taccuino su cui comincia ad annotare fatti minuti e riflessioni. Nello spazio "proibito" della scrittura, Valeria scopre i conflitti sotterranei che pervadono la sua esistenza, le aspirazioni frustrate, i risentimenti nascosti; dà voce a una vita interiore da anni sopita, esprime una propria individualità, una precisa coscienza rivelata dai gesti e dai pensieri della vita quotidiana.
Pubblicato a puntate tra il 1950 e il 1951, e un anno dopo in volume, Quaderno proibito è considerato il capolavoro di Alba de Céspedes, un libro che è testimonianza storica di un'epoca e tributo a una generazione pre-femminista decisiva per tutte le rivoluzioni successive; ma soprattutto una magistrale prova letteraria capace di svelare l'identità, frammentata e mutevole, dell'essere umano.
Prefazione di Nadia Terranova.
«La storia di un grande amore e di un delitto»: così l'autrice stessa definì Dalla parte di lei. Narratrice e protagonista è Alessandra Corteggiani che in questo lungo memoriale rievoca le proprie vicende familiari e personali per raccontare - rigorosamente "dalla parte di lei" - la storia italiana degli anni a cavallo tra fascismo, Resistenza e ricostruzione. Spicca in particolare il personaggio della madre, suicida per amore, di cui la figlia rifiuta di ripetere il destino. Mandata dal padre presso i parenti in un remoto paesino dell'Abruzzo con la speranza che faccia suo il dovere della sottomissione, Alessandra cresce invece sempre più consapevole della "questione femminile" e determinata a ottenere per le donne lo stesso rispetto tributato abitualmente agli uomini. L'evento cruciale nella sua vita è l'innamoramento per Francesco, professore antifascista, che sposerà; ma il loro amore è destinato a una fine tragica...
Sullo sfondo della guerra e della lotta partigiana, Alba de Céspedes compone un romanzo stupefacente per la varietà delle situazioni, l'esattezza dei ritratti, la ricchezza dei toni. Un sofisticato gioco di specchi dal quale emerge la presa di coscienza di una donna che, in un mondo sempre più dominato dagli uomini, riesce a trasformare la rassegnazione in ribellione.
Si chiamano Vinca, Valentina, Augusta, Silvia, Xenia, Anna, Milly, Emanuela. Otto ragazze attorno ai vent'anni che si ritrovano tutte al collegio Grimaldi di Roma, tra l'autunno del 1934 e l'estate del 1936. Diverse per origine geografica e familiare, si affacciano alla vita adulta con attese differenti - l'amore, l'emancipazione professionale e intellettuale, il ritorno alle origini, la partenza -, e chiuderanno il loro percorso con scelte altrettanto differenti.
Sperimentale nello stile e nei contenuti, Nessuno torna indietro rivoluziona il canone della narrativa di formazione: originale è l'adozione di un punto di vista multiforme, che non si disperde in un coro ma mantiene vive le specificità delle singole voci; inedita è la totale mancanza di giudizio, implicito o esplicito, sui percorsi delle otto protagoniste; del tutto nuova, in particolare, la rottura dell'unità di quell'immagine femminile che aveva dominato la cultura e la società, fino alla "donna nuova" creata dal regime.
Accolto fin dal primo apparire, nel 1938, da grande successo, il romanzo d'esordio di Alba de Céspedes esplora la formazione dell'identità femminile nell'Italia fascista senza voler proporre storie esemplari, facendo conoscere da subito l'autrice come una delle grandi voci letterarie del Novecento.
Quarantenne di successo, l'avvocato Giulio Broggini è un uomo brillante, privo di scrupoli quel tanto che è necessario per riuscire nella vita, amato da donne con le quali intreccia relazioni senza impegno.
Fino al giorno in cui, per una di quelle svolte casuali dell'esistenza, perde la testa per una ragazza sconosciuta vista in un bar, la segue fino a casa, chiede al padre il permesso di frequentarla. Formosa e solo apparentemente ingenua, la diciassettenne Ivana si presta al gioco e Broggini, nonostante la smaliziata esperienza del mondo e l'astuzia di cui ha più volte fatto sfoggio, si trova coinvolto in una serie di situazioni sempre più assurde, che lui stesso provoca, mentre tenta di controllare la voglia matta che il corpo morbido e voluttuoso della giovane gli ispira.
Convinto di saper manipolare persone ed eventi, troppo tardi lo stimato professionista si accorgerà che si vive tutti, ricchi e poveri, colti e ignoranti, sciocchi e intelligenti, con il rischio di venire superati da quella strana, ottusa bambola che è la vita.
Diventato anche un film con Ugo Tognazzi, La bambolona racconta una vicenda a metà tra Lolita e Un amore di Buzzati, dipingendo un vivace affresco storico-sociologico dell'Italia del dopoguerra.
Nell'ottobre del 1961, dopo un lungo silenzio, Francesca scrive all'amica d'infanzia Isabella e le affida un incarico: conservare le lettere che le invierà e consegnarle al marito Guglielmo, nel caso in cui «qualcosa di grave» dovesse accadere. In quelle missive la donna svela il più scontato dei segreti, il tradimento con un architetto, Matteo, uomo dalla personalità sterilmente ribelle. Accanto alle lettere in cui Francesca dichiara la propria volontà di abbandonare l'agiata vita di coppia e Isabella tenta di dissuaderla, l'autrice pone il diario di Gerardo, un giovane inviato del giornale diretto da Guglielmo, deciso a lasciare l'impiego sicuro e ben pagato di giornalista per dedicarsi alla scrittura del suo romanzo. Ognuno di loro, ciascuno a suo modo, vive un senso di colpa e di rimorso.
Basato su una scrittura fortemente intimistica, questo romanzo dà voce alle inquietudini degli uomini e delle donne del dopoguerra, mettendo in scena il conflitto irrisolvibile tra due opposte concezioni del mondo, incarnate da Isabella e Francesca: una religiosamente ispirata al senso del dovere e al conformismo, l'altra aperta, critica e problematica.
Se forse in passato fu la stessa de Céspedes, nella sua lunga e gloriosa navigazione verso lidi letterari di immenso valore, a voler accantonare quella che magari considerava un’opera giovanile ancora un po’ acerba, oggi, finalmente, ai lettori è data la fortuna di voltare lo sguardo indietro e lasciare che la nebbia del tempo si dissolva sotto i loro occhi. E ciò che appare è un tesoro lucente e prezioso: diciotto brevi racconti che la prima edizione, con il termine amabile e vagamente desueto di “novelle”, presentava come narrazioni immaginarie che prendevano spunto da episodi realmente accaduti. C’è da crederci: si tratta infatti di situazioni d’amore, scene familiari, o perfino buffe vicende forse lette sul giornale che raccontano di un’Italia che sarebbe presto scomparsa e, ancora di più, mostrano in nuce tutta la grandezza di uno dei massimi nomi del Novecento letterario italiano.
Prefazione di Loredana Lipperini.
'A wrenching, sardonic depiction of a woman caught in a social trap' Kirkus Reviews (starred review)
Out running an errand, Valeria Cossati gives in to a sudden impulse - she buys a shiny black notebook. She starts keeping a diary in secret, recording her concerns about her daughter, fears her husband will discover her new habit and the constant churn of the domestic routine. With each entry Valeria plunges deeper into her interior life, uncovering profound dissatisfaction and restlessness. As she finds her own voice, the roles that have come to define her-as wife, as mother, as daughter-begin to break apart.
Forbidden Notebook is a rediscovered jewel of Italian literature, published here in a new translation by the celebrated Ann Goldstein and with a foreword by Jhumpa Lahiri. A captivating feminist classic, it is an intimate, haunting story of domestic discontent in postwar Rome, and of one woman's awakening to her true thoughts and desires.
“Brilliant.” —The Wall Street Journal
"Astounding." —NPR
“Forceful, clear and morally engaged.” —The Washington Post
“Subversive.” —The New York Times Book Review
"An exquisite, tormented howl." —The Financial Times
"Quick, propulsive, and addictive." —Los Angeles Review of Books
“Gripping.” —Minneapolis Star Tribune
“A remarkable story.” —Publisher’s Weekly (starred review)
“Wrenching, sardonic.” —Kirkus (starred review)
“As relevant today as it was in postwar Italy." —Shelf Awareness (starred review)
"In her diary de Céspedes confides, “I will never be a great writer.” Here I take her to task for not knowing something about herself—for she was a great writer, a subversive writer, a writer censored by fascists, a writer who refused to take part in literary prizes, a writer ahead of her time. In my view, she is one of Italy’s most cosmopolitan, incendiary, insightful, and overlooked." —Jhumpa Lahiri
With a foreword by Jhumpa Lahiri, Forbidden Notebook is a classic domestic novel by the Italian-Cuban feminist writer Alba de Céspedes, whose work inspired contemporary writers like Elena Ferrante.
In this modern translation by acclaimed Elena Ferrante translator Ann Goldstein, Forbidden Notebook centers the inner life of a dissatisfied housewife living in postwar Rome.
Valeria Cossati never suspected how unhappy she had become with the shabby gentility of her bourgeois life—until she begins to jot down her thoughts and feelings in a little black book she keeps hidden in a closet. This new secret activity leads her to scrutinize herself and her life more closely, and she soon realizes that her individuality is being stifled by her devotion and sense of duty toward her husband, daughter, and son. As the conflicts between parents and children, husband and wife, and friends and lovers intensify, what goes on behind the Cossatis’ facade of middle-class respectability gradually comes to light, tearing the family’s fragile fabric apart.
An exquisitely crafted portrayal of domestic life, Forbidden Notebook recognizes the universality of human aspirations.
El redescubrimiento de "todo un clásico moderno" (Buchkultur), un best-seller internacional de los años 50 reivindicado hoy por escritoras como Elena Ferrante o Irene Vallejo.
«Mientras escribo, únicamente leo libros que me hacen buena compañía, no solo compañía. Hay algunos que yo llamo libros de aliento, como el de Alba de Céspedes.» Elena Ferrante
«Una de las pocas autoras que ha conseguido establecer lo que significa ser mujer.» The New York Times
«Una obra maestra, un hito de la literatura feminista europea.» Tagebuch
«De una generosidad y una valentía intelectual inauditas.» Le Monde
Valeria Cossati es prisionera de las convenciones sociales de la Italia de los años cincuenta y vive sofocada, casi sin darse cuenta, entre sus roles de esposa y madre. Presa de un impulso inexplicable, compra un pequeño cuaderno negro en el que anota sus reflexiones y en el que comienza a revelarse lo insatisfactorio de su vida burguesa: en ese espacio prohibido que le proporciona la escritura afloran los conflictos subterráneos de su existencia, las aspiraciones frustradas y los resentimientos ocultos, hasta desembocar en un acto íntimo que conmocionará al lector.
Publicada originalmente en 1952, El cuaderno prohibido sigue resultando sorprendente por su modernidad y relevancia. Es un retrato magistral, capaz de revelar la identidad fragmentada y cambiante del ser humano, además de un gran testimonio histórico de la época, al reflejar tanto la crisis de los valores sociales e individuales como las encrucijadas a las que se enfrentaban las mujeres, en un homenaje a una generación pre-feminista que fue decisiva para las revoluciones posteriores.
Alba de Céspedes, «un redescubrimiento único» (Die Zeit), reivindicada hoy por grandes autoras como Elena Ferrante, fue una de las figuras más sobresalientes de su generación. Escritora de éxito, profundamente idealista, se convirtió en una voz de referencia dentro de la lucha antifascista y a sus inquietudes feministas y políticas sumó un compromiso profundo e irrenunciable hacia la palabra escrita y sus posibilidades, una responsabilidad que ejerció tanto desde el periodismo como desde la literatura. Dotada de una perspicacia psicológica inusual, es sin duda «una de las pocas autoras que ha conseguido establecer lo que significa ser mujer» (The New York Times).