Ilaria Tuti

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Libri di Ilaria Tuti
Lingua:Libri ItalianiL'Arena - Alessandra Milanese
«"Ninfa dormiente" è all'altezza del suo romanzo d'esordio, acclamato perfino dal Times.»
Chi - Nicoletta Sipos
«Con la sua protagonista, Ilaria Tuti fa il miglior regalo che uno scrittore possa fare ai suoi lettori: qualcuno cui affezionarsi.»
Corriere della Sera - Donato Carrisi
«Tuti conferma se non supera il suo stesso talento nell'ordire storie che tengono incollato il lettore non solo per il loro andamento da giallo classico ma anche per la commistione sapiente di tanti ingredienti, dalla ricostruzione storica all'indagine antropologica, passando anche per un distillatissimo misticismo.»
wired.it - Paolo Armelli
«È brava Ilaria Tuti a non scivolare nella china del sentimentalismo. È interessante la minuziosa attenzione che dedica al linguaggio, alle sue architetture e alla sua musicalità.»
Dacia Maraini
«Con "Ninfa dormiente" Ilaria Tuti si conferma una delle voci più singolari del thriller europeo scegliendo un'originale ambientazione come quella della Val Resia ma anche una protagonista sui generis come Teresa Battaglia.»
il Giornale - Luca Crovi
Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.
Dopo Fiori sopra l’inferno – l’esordio italiano del 2018 più amato dai lettori – torna la straordinaria Teresa Battaglia: un carattere fiero e indomito, a tratti brusco, sempre compassionevole. Torna l’ambientazione piena di suggestioni, una natura fatta di boschi e cime montuose, di valli isolate e di bellezze insospettabili. Tornano soprattutto il talento, l’immaginazione e la scrittura piena di grazia di una grande autrice.
Dacia Maraini
«Il bel racconto di Ilaria Tuti, "Fiore di roccia", è veramente uno dei pochi romanzi che può reggere al confronto con i classici che si sono cimentati con la Grande Guerra.»
TTL, la Stampa
«Ilaria Tuti costruisce un romanzo teso in cui nessuna parola è superflua, nessuna descrizione «decorativa»: le piaghe sulle spalle martoriate delle ragazze, gli occhi «bui» dei soldati, un pasto misero consumato in silenzio, le lacrime trattenute e le poche risate sono le (bellissime) tessere di un mosaico epico e scarno insieme.»
Corriere della Sera
«Una scrittura fortemente evocativa.»
The Guardian
«Scrittura preziosa ed evocativa, uso attento del dialetto, ha il respiro di una testimonianza storica e nello stesso tempo di una parola raccontata e custodita nell’intimità.»
Stefania Auci, autrice de «I leoni di Sicilia»
«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche i villaggi, mille metri più giù.
Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle.
Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame.
Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riempiono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore.
Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione.
Risaliamo per ore, nella neve fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. I cecchini nemici – diavoli bianchi, li chiamano – ci tengono sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre saliamo con gli scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i ’fiori di roccia’.
Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l’eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall’inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire.
Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.»
Con Fiore di roccia Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrifica
Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine.
Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura.»
Questo non è soltanto l’esordio di una scrittrice di grandissimo talento.
Non è soltanto un thriller dal ritmo implacabile e dall’ambientazione suggestiva.
Questo è il debutto di una protagonista indimenticabile per la sua straordinaria umanità, il suo spirito indomito, la sua rabbia e la sua tenerezza.
Donato Carrisi
«La mia è una storia antica, scritta nelle ossa. Sono antiche le ceneri di cui sono figlia, ceneri da cui, troppe volte, sono rinata. E a tratti è un sollievo sapere che prima o poi la mia mente mi tradirà, che i ricordi sembreranno illusioni, racconti appartenenti a qualcun altro e non a me.
È quasi un sollievo sapere che è giunto il momento di darmi una risposta, e darla soprattutto a chi ne ha più bisogno. Perché i miei giorni da commissario stanno per terminare.
Eppure, nessun sollievo mi è concesso.
Oggi il presente torna a scivolare verso il passato, come un piano inclinato che mi costringe a rotolare dentro un buco nero.
Oggi capirò di dovere a me stessa, alla mia squadra, un ultimo atto, un ultimo scontro con la ferocia della verità.
Perché oggi ascolterò un assassino, e l’assassino parlerà di me.»
Dopo Fiori sopra l’inferno e Ninfa dormiente, torna il commissario Teresa Battaglia in una storia intrisa di spietatezza e compassione, di crudeltà e lealtà, di menzogna e gentilezza. L’indagine più pericolosa per Teresa, il caso che segna la fine di un’epoca.
Marie Claire - Marta Cervino
«Ilaria Tuti sa conquistare e mantenere alta l'attenzione dei lettori. »
Robinson - La Repubblica - Claudia Morgoglione
«Una scrittura tesa, rapida e che sa sfruttare l'ambientazione a dovere: le montagne, la natura primitiva, il bosco. »
Wired - Alberto Grandi
«In Luce della notte Ilaria Tuti ritorna a indagare nei misteri del Nord Est, la sua natura selvatica e le sue origini arcaiche, con una scrittura di notevole forza visiva e sensoriale.»
TTL - La Stampa - Raffaella Silipo
«Con Teresa Battaglia, Ilaria Tuti fa il miglior regalo che uno scrittore possa fare ai suoi lettori: qualcuno cui affezionarsi.»
Donato Carrisi
«È brava Ilaria Tuti a non scivolare nella china del sentimentalismo. È interessante la minuziosa attenzione che dedica al linguaggio, alle sue architetture e alla sua musicalità.»
Dacia Maraini
«Una commissaria così non si era mai vista.»
F - Antonella Fiori
«Teresa Battaglia è il commissario nato dal talento puro e scintillante di Ilaria Tutti, tra le migliori narratrici "gialle" dell'ultimo lustro.»
Il Fatto Quotidiano - Fabrizio D'Esposito
Chiara ha fatto un sogno. E ha avuto tantissima paura. Canta e conta, si diceva nel sogno, ma il buio non voleva andarsene. Così, Chiara si è affidata alla luce invisibile della notte per muovere i propri passi nel bosco. Ma quello che ha trovato scavando alle radici dell’albero l’ha sconvolta. Perché forse non era davvero un sogno. Forse era una spaventosa realtà. Manca poco a Natale, il giorno in cui Chiara compirà nove anni. Anzi, la notte: perché la bambina non vede la luce del sole da non sa più quanto tempo. Ci vuole un cuore grande per aiutare il suo piccolo cuore a smettere di tremare. È per questo che, a pochi giorni dalla chiusura del faticosissimo e pericoloso caso narrato in Fiori sopra l'inferno e dalla scoperta di qualcosa che dovrà tenere per sé, Teresa Battaglia non esita a mettersi in gioco. Forse perché, nonostante tutto, in lei batte ancora un cuore bambino.
Lo stesso che palpita, suo malgrado, nel giovane ispettore Marini, dato che pur tra mille dubbi e perplessità decide di unirsi al commissario Battaglia in quella che sembra un’indagine folle e insensata.
Già, perché come si può anche solo pensare di indagare su un sogno? Però Teresa sa, anzi, sente dentro di sé che quella fragile, spaurita e coraggiosissima bambina ha affondato le mani in qualcosa di vero, di autentico… E di terribile.
TTL - La Stampa - Raffaella SIlipo
«Flora Murray e Louisa Garrett Anderson, rispettivamente anestesista e chirurga, suffragette, e amanti. La loro impresa non ha cambiato solo la storia delle donne, ma anche quella delle procedure di riabilitazione dei soldati. Scarsa la bibliografia sulla vicenda. Ed è una scrittrice italiana, Ilaria Tuti, a raccontarla per la prima volta in un romanzo: "Come vento cucito alla terra".»
Il Venerdì di Repubblica - Giulia Villoresi
«Con le sue parole profonde e dense — mai pesanti — Ilaria Tuti ci porta nelle trincee (…). Racconta il conflitto di un secolo fa con la precisione di uno storico, ma allo stesso modo ci ricorda i drammi di oggi, accende i riflettori sull'onore di chi la guerra la combatte o la subisce, di chi sul fronte perde la vita, gli arti, la ragione. »
Corriere della Sera - Annachiara Sacchi
Londra, settembre 1914
«Le mie mani non tremano mai. Sono una chirurga, ma alle donne non è consentito operare. Men che meno a me: madre ma non moglie, sono di origine italiana e pago anche il prezzo dell’indecisione della mia terra natia in questa guerra che già miete vite su vite.
Quando una notte ricevo una visita inattesa, comprendo di non rispondere soltanto a me stessa. Il destino di mia figlia, e forse delle ambizioni di tante altre donne, dipende anche da me. Flora e Louisa sono medici, e più di chiunque altro hanno il coraggio e l’immaginazione necessari per spingere il sogno di emancipazione e uguaglianza oltre ogni confine.
L’invito che mi rivolgono è un sortilegio, e come tutti i sortilegi è fatto anche d’ombra. Partire con loro per aprire a Parigi il primo ospedale di guerra interamente gestito da donne è un’impresa folle e necessaria. È per me un’autentica trasformazione, ma ogni trasformazione porta con sé almeno un tradimento. Di noi stessi, di chi ci ama, di cosa siamo chiamati a essere.
A Parigi, lontana dalla mia bambina, osteggiata dal senso comune, spesso respinta con diffidenza dagli stessi soldati che mi impegno a curare, guardo di nuovo le mie mani. Non tremano, ma io, dentro di me, sono vento.»
Questa è la storia dimenticata delle prime donne chirurgo, una manciata di pioniere a cui era preclusa la pratica in sala operatoria, che decisero di aprire in Francia un ospedale di guerra completamente gestito da loro. Ma è anche la storia dei soldati feriti e rimasti invalidi, che varcarono la soglia di quel mondo femminile convinti di non avere speranza e invece vi trovarono un’occasione di riabilitazione e riscatto.
Ci sono vicende incredibili, rimaste nascoste nelle pieghe del tempo. Sono soprattutto storie di donne. Ilaria Tuti riporta alla luce la straordinaria ed epica impresa di due di loro.
Giallo - racconti (208 pagine) - Il Gran Giallo Città di Cattolica è sempre stato uno specchio, di più, un termometro, ancora di più, un indicatore dello stato di salute, di vitalità e di speranza del giallo italiano. (Carlo Lucarelli)
Nonostante i danni che l'epidemia di coronavirus sta portando alla nostra società, la cultura non si ferma: il momento che stiamo vivendo ci invita a una riflessione e ancora di più all'azione. Per questo come Gran Giallo Città di Cattolica, insieme a Delos Digital, abbiamo deciso di dare un segnale di solidarietà e partecipazione: abbiamo chiesto ai vincitori delle ultime 10 edizioni del Premio di offrire i diritti dei loro racconti per pubblicare un libro i cui proventi saranno devoluti alla Caritas di Cattolica, alla quale va il nostro plauso per l'impegno, la dedizione e la professionalità con cui stanno operando. La risposta degli scrittori è stata veloce ed emozionante, un segno forte del loro legame con la nostra città e con un Concorso che segna la storia della letteratura di genere.
Perché la cultura è forza e resistenza, e perché sapremo che è tutto finito quando vedremo di nuovo le persone nelle biblioteche, nei musei, nei teatri e nei festival. (Simonetta Salvetti - Direttrice dei Teatri e del MystFest di Cattolica)
Gli autori compresi nell'antologia (in ordine di vittoria del premio dal 2010 al 2019): Monica Bartolini, Alberto Rudellat, Maurizio Maggi, Mauro Falcioni, Ilaria Tuti, Diego Lama, Fabrizio Fondi, Lidia Del Gaudio, Scilla Bonfiglioli, Andrea Raggi.
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